Il Sindaco di Vicenza, Giacomo Possamai, sarebbe passato al coinvolgimento diretto dei commercianti pregando di non vendere alcolici ai minori.
Il momento, infatti, è sensibile tanto che oggi, anche a Vicenza, c’è da guardarsi più dai minorenni e dalle loro baby gang, che non da qualche scavezzacollo vecchia maniera.
Quella del contrasto al malcostume e all’abuso di alcolici, in particolare tra i minorenni, è una vecchia, continua e mai vinta battaglia anche per il capoluogo berico.
Battaglia vecchia
Era la fine dello scorso mese di novembre quando a Vicenza si proponeva la riduzione dell’orario d’apertura degli esercizi pubblici e il divieto di vendita alcolici per otto tra negozi e bar che permettevano assembramenti sospetti.
Linea dura
“Linea dura anche per rispetto dei tanti commercianti che contribuiscono a contrastare il degrado”
ebbe ad invocare il primo cittadino nei confronti di 8 titolari di bar e negozi della zona del Quadrilatero, di corso San Felice e Fortunato e di via Sella che non garantiscono il decoro e la sicurezza urbana dentro e davanti i propri locali.
Per sei locali si andò anche verso il divieto di vendita di alcolici, ed a due di essi si intimò il divieto di somministrarli: erano mesi, però, che i locali venivano monitorati dalle pattuglie dei Nos e Antidegrado della Polizia locale e in bacheca comunale finirono anche nomi e cognomi.
Battaglia continua
Consapevoli del carattere repressivo delle loro misure, il Sindaco Giacomo Possamai e l’Assessore allo sviluppo economico e al territorio Cristina Balbi, commentarono:
“È la prima volta – diceva il sindaco Possamai – che il Comune di Vicenza si muove con provvedimenti che colpiscono contemporaneamente otto locali della stessa zona. Come amministrazione siamo fortemente impegnati nel contrasto al degrado e per garantire la sicurezza urbana. A fronte di reiterati assembramenti di persone che assumono comportamenti inappropriati e talvolta delinquenziali, dentro e fuori questi otto locali, prima che la situazione degeneri ulteriormente intendiamo dare un segnale forte di stop”.
“È anche interesse degli operatori economici del territorio – aggiungeva l’assessora Balbi – contrastare episodi che minano la sicurezza urbana, reale e percepita. Per rispetto della stragrande maggioranza di negozianti e gestori di locali che seguono le regole e le fanno rispettare ai propri clienti, interveniamo nei confronti di chi permette situazioni che stanno generando grande preoccupazione nei cittadini”.
Le misure di legge
La risposta al malcostume, insomma, era passata attraverso misure codificate senza fare sconti e si poteva andare alla riduzione d’orario, al divieto di vendita e/o somministrazione di alcolici, la sospensione dell’attività fino al ritiro della licenza, soprattutto laddove sono soliti radunarsi soggetti dediti allo spaccio o al disturbi delle quiete pubblica.
Del resto, questa è la norma
Con risoluzione del 4 febbraio 2013, il divieto di vendita ai minorenni stabilito dall’art. 7 del D.L. n. 158/2012, veniva esteso anche alla somministrazione sul posto essendo venuta meno la distinzione tra “somministrazione” e “vendita”.
Dal coinvolgimento degli esercenti, si spera di ottenere di più che non con la repressione.
Conseguenze
Ado ogni buon conto, queste le conseguenze in caso di inosservanza del codice:
- Nel caso di vendita di bevande alcoliche ai minori di anni 18, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1000 euro;
- nel caso di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di anni 16, la sanzione è l’arresto fino a un anno;
- nel caso di somministrazione di bevande alcoliche ai minori di anni 16, ma maggiori di anni 16, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da 250 a 1.000 euro.