Dopo ex Miteni e Superstrada Pedemontana Veneta ora i Pfas investono anche il Treno ad Alta Velocità
Iricav2 dovrà mettere in bilancio almeno un milione e mezzo di euro per la bonifica delle acque di cantiere

La presenza di Pfas e altre sostanze oltre i limiti di legge nella falda superficiale è un problema serio per il potenziale impatto sulla salute umana e sull'ambiente in quanto resistenti alla degradazione e persistenti nell'ambiente.
La loro presenza in limiti superiori a quelli di legge nelle acque superficiali, come nelle falde, solleva preoccupazioni significative per la potabilità dell'acqua e per la salute pubblica.
I limiti
L'Unione Europea ha stabilito dei limiti per la concentrazione di Pfas nelle acque destinate al consumo umano, che l'Italia ha recepito.
In caso di superamento dei limiti, sono previste misure di intervento come la sospensione dell'utilizzo della fonte contaminata e l'adozione di tecnologie di rimozione dei contaminanti, come i filtri a carboni attivi.
Il monitoraggio
È fondamentale un monitoraggio continuo e capillare delle acque per individuare e quantificare la presenza di Pfas e altre sostanze oltre i limiti, con l'obiettivo di adottare tempestivamente le misure di protezione necessarie. La contaminazione, infatti, può avere effetti sul sistema immunitario, disturbi endocrini e aumento del rischio di alcune malattie.
Le contromisure
La persistenza dei Pfas nell'ambiente richiede interventi di bonifica a lungo termine e l'adozione di tecnologie di rimozione che sono fondamentali per affrontare questa problematica.
Dopo la SPV il problema si ripropone per il TAV
Ora, non è che la cosa non fosse nota, anzi, la stessa Regione quando ha commissionato la Superstrada Pedemontana Veneta, aveva preteso proprio una attività di monitoraggio ed intervento costante sul percolato, proprio ad evitare che esso contaminasse la falda superficiale di Vicenza. Ciò nondimeno, una denuncia presentata nelle scorse settimane da due consigliere regionali in quota PD, ha avuto i suoi effetti se anche per il Treno ad Alta Velocità si sono posti il problema tanto che avrebbero subito scoperto una serie di sostanze inquinanti in concentrazione superiore a quella stabilita dalla legge.
Nello scorso aprile, infatti, Iricav2, il consorzio che sta eseguendo i lavori per i Treno ad Alta Velocità, ha rilevato che nel cantiere il primo livello della falda è inquinato ed ha chiesto l'autorizzazione al trattamento delle acque prima di scaricarle in fognatura.
Ci salvi chi può
Data la sensibilità della popolazione vicentina sull'argomento portato alla ribalta dal processo per inquinamento della falda acquifera da parte della ex Miteni di Trissino, quello che per SPV è un metodo ormai sperimentato, per il TAV è diventata una sfida che ha richiesto la convocazione della Conferenza di servizi ed il coinvolgimento di Viacqua dal cui tavolo è stata posta una serie di vincoli quali: abbattimento dei livelli di inquinanti prima immetterli nella rete fognaria e nel fiume Retrone, controllo mensile effettuato da un laboratorio chimico su una gamma di sostanze tra le quali i Pfas. Il sistema di filtraggio di due impianti di cui Iricav si dovrà dotare, per scaricare acqua più pulita, avrà il costo di un milione e mezzo di euro.
Frattanto, il consigliere comunale di maggioranza, Raffaele Colombara, ha presentato un’interrogazione all’assessore all’Ambiente ed il Sindaco, Giacomo Possamai, promette vigilanza, certo che il sistema tutelerà la Città.