Caso di dengue a Schio, scatta la disinfestazione
Il Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana: "Non c’è motivo di allarme, come dimostra anche la prontezza con cui l’Azienda e il Comune si sono attivati in questo caso"

Dopo la scoperta di alcuni casi di infezione da virus West Nile sul territorio nazionale, la Regione Veneto ha comunicato con una sua nota, che l’attività di sorveglianza entomologica del Servizio Zooprofilattico della Regione del Veneto, ha rilevato la presenza del virus in alcune zanzare già sul finire dello scorso mese di giugno. Martedì 29 luglio 2025, è stato scoperto anche un caso di dengue in provincia di Vicenza.
Caso di dengue a Schio, scatta la disinfestazione
A testimonianza dell'alto grado di attenzione , ieri 29 luglio 2025, è stato comunicato al Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’ULSS 7 Pedemontana la diagnosi di "dengue" su un cittadino residente a Schio. Immediata l'attivazione del coordinamento tra Regione e Comune per organizzare la disinfestazione nel raggio di 200 metri dalla residenza del soggetto, anche in area privata, come previsto dallo specifico protocollo regionale.
La pronta risposta dell'Ulss 7 Pedemontana
L’Ulss 7 Pedemontana ha avviato come da prassi l’indagine epidemiologica, dalla quale risulta come probabile origine del contagio un recente viaggio all’estero.
Il Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana, Carlo Bramezza, ha commentato:
"Abbiamo messo in atto il protocollo previsto dalla Regione del Veneto per i casi di contagio da arbovirosi che prevede una stretta collaborazione tra il Servizio di Igiene e Sanità Pubblica e l’Amministrazione Comunale di riferimento. Il tema è in questi giorni di attualità, ma voglio sottolineare che come Azienda sanitaria di concerto con la Regione del Veneto e in collaborazione con le Amministrazioni Comunali siamo partiti già dalla scorsa primavera con un’intensa attività di prevenzione sia per quanto riguarda i piani di disinfestazione, sia con una campagna informativa rivolta alla cittadinanza sui comportamenti da tenere per evitare il proliferare delle zanzare. Non c’è dunque motivo di allarme, come dimostra anche la prontezza con cui l’Azienda e il Comune si sono attivati in questo caso".

Virus West Nile: in Veneto restrizioni alle donazioni di sangue
Dallo scorso giugno, ad ogni buon conto, è allertato il Coordinamento Regionale per le Attività Trasfusionali (CRTAT), il quale provvede a trasmettere le comunicazioni ufficiali a tutti i Dipartimenti Trasfusionali del Veneto, tanto che dal 25 giugno 2025, essi hanno attivato lo screening mediante test NAT (Nucleic Acid Amplification Test) per la ricerca del virus West Nile in tutte le unità di sangue raccolte attraverso donazione.
La misura preventiva rimarrà attiva per tutta la durata della stagione estiva, in concomitanza con la presenza dei vettori responsabili della trasmissione del virus.
L'Osservatorio nazionale
Il Centro Nazionale Sangue, intanto, prosegue nel monitoraggio dei casi positivi rilevati a livello nazionale, informando i Coordinamenti Regionali ai quali raccomanda le misure precauzionali da adottare.
Le scorte di sangue
A livello regionale - continua la nota - il sistema ha saputo contenere l’impatto dell’infezione, consentendo di mantenere stabile il livello di raccolta delle donazioni di sangue e di garantire, anche in questo contesto, l’autosufficienza regionale in termini di disponibilità di emocomponenti.