Urca no! Allarme Pfas per le gallerie della Superstrada Pedemontana Veneta
Potenziale minaccia per l’ambiente e la salute pubblica: è questa l’accusa fatta dal Partito Democratico

Il Partito Democratico del Veneto, dopo la diffusione di una relazione tecnica su presunte contaminazioni da Pfas nelle gallerie di Malo e Sant’Urbano della Superstrada Pedemontana Veneta, denuncia pubblicamente una potenziale minaccia per l’ambiente e la salute pubblica.
"Tanto peggio, tanto meglio" è l'adagio di chi non sa più che pesci pigliare ma in questo caso, per il PD, il problema non sarebbe solo economico, quanto piuttosto infrastrutturale e riguarderebbe la salute dei cittadini. Chi mai si dischiarerà contro tali argomentazioni?
Fermi tutti
Così, in una mozione urgente, le consigliere Vanessa Camani e Chiara Luisetto chiedono l’intervento immediato della Regione per le preoccupazioni che sarebbero loro venute nel prendere conoscenza di una relazione tecnica dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), commissionata dal Ministero dell’Ambiente.

Vanessa Camani

Luca Zaia

Chiara Luisetto
Lo studio, realizzato in collaborazione con Arpav, avrebbe rilevato nel percolato in uscita dalle gallerie, la presenza di Pfas, ovvero di acido perfluorobutanoico (Pfba).
Se non che, l'acido perfluorobutanoico (Pfba) non sarebbe presente in natura in quanto "composto sintetico, appartenente alla famiglia dei Pfas", che sarebbe prodotto dall'uomo e utilizzati in vari settori industriali, come nell'industria tessile, alimentare e dei rivestimenti.
Esso verrebbe creato in laboratorio e non si troverebbe naturalmente nell'ambiente ma sarebbe utilizzato in molti prodotti come tessuti impermeabili, imballaggi alimentari, schiume antincendio, e altri rivestimenti.
Di difficile degradazione, esso può accumularsi nel tempo fino a contaminare il suolo, le acque superficiali e sotterranee, e di conseguenza entrare nella catena alimentare.
Preoccupazioni per la salute
L'esposizione ai Pfas ed ai suoi effetti, anche a noi ben noti per aver seguito tutto il processo contro l'ex Miteni di Trissino presunta responsabile della contaminazione della più grande falda acquifera europea, non è cosa sulla quale scherzare, per rispetto a chi se ne è ammalato o è morto sul lavoro, ma non sarebbe giusto neppure farne uno spauracchio, per ragioni diverse da quelle sopra esposte.
Da dove arriverebbe questo Pfba
La presenza di Pfba, i cui effetti tossici a lungo termine sono riconducibili a quelli d esposizione ai Pfas, sarebbe legato all’uso, durante la costruzione, di un accelerante per il cemento che li conterrebbe ed il costruttore avrebbe ammesso di aver utilizzato.

Niente di nuovo?
La Regione respinge al mittente le accuse delle due consigliere ed in una nota ricorda di aver ordinato, in tempi non sospetti, la sostituzione del materiale - quello si - sospetto e che gli impianti di depurazione sono pienamente funzionanti e sotto costante controllo come auspicato dalla relazione dell'Ispra.
Mal comune mezzo gaudio?
La Regione che avrebbe già trasmesso un nuovo studio di impatto ambientale al Ministero, ricorda che tracce di Pfba sono state trovate anche in altre infrastrutture venete, comprese quelle gestite da Anas.

Cui prodest?
Fiato alle trombe ma non ai clacson in galleria, dunque: che faccia comodo tenere aperta la discussione su una delle opere più discusse del Veneto, è un fatto, ma chi apre tali fronti di incertezza, sa solo porre il problema o ha anche una soluzione?