Storia drammatica

Costretta a chiudere il negozio per paura, il suo aguzzino non è stato rimpatriato ed è tornato in città

La commerciante ha appeso un cartello che riporta: "Chiuso per paura. Non per ferie. Non per scelta, ma perché lavorare così è diventato impossibile". Il caso è arrivato anche in Parlamento

Costretta a chiudere il negozio per paura, il suo aguzzino non è stato rimpatriato ed è tornato in città
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Nella giornata di lunedì 23 giugno 2025, Margherita Parolin, storica negoziante di Vicenza, ha preso la decisione di lasciare il suo negozio chiuso per paura perché "lavorare così è diventato impossibile".

Negozio chiuso per paura

Nelle scorse settimane il negozio della signora Parolin è stato preso di mira più volte dallo stesso cittadino 35enne di origine tunisina, K.Q. Di fatto, la proprietaria aveva denunciato i furti e le minacce subite e, almeno in un primo momento, sembrava che avesse vinto lei.

Infatti, K.Q. era stato accompagnato al Centro per i Respingimenti di Gradisca di Isonzo per essere rimpatriato, ma così non è stato. Nello specifico, come ha dichiarato la negoziante ai microfoni di Tva Vicenza:

"Questa persona, che era stata portata al CPR di Udine è stata rilasciata poiché talmente violento e talmente aggressivo per cui non potevano mandarlo al loro Paese".

Di fatto, la signora Parolin ha affermato che è venuta a conoscenza del rilascio di K.Q. da un gruppo Whats App con gli altri commercianti della zona. Ed è stato in quel momento che ha deciso di chiudere le serrande del suo negozio in corso Fogazzaro.

La reazione del Sindaco

Il Sindaco, Giacomo Possamai, ha voluto esprimere il suo dispiacere e l'amarezza della notizia dichiarando a Tva:

"È una situazione gravissima e siamo affianco a Margherita, la commerciante, perché è inaccettabile che un cittadino che si macchia di reati, come quelli commessi da questa persona, non soltanto non venga definitivamente allontanato, ma per motivi di fatto burocratici venga addirittura rimandato nella Città dove ha creato problemi e danni. Su questo fronte bisogna cambiare le norme e, in questo caso specifico, bisogna allontanare questo cittadino il prima possibile".

Non è stato rimpatriato, ma è tornato in città: negozio chiuso per paura
Il sindaco incontra la negoziante

La commerciante stessa ha voluto lanciare un appello ai politici:

"Chiedo che ci siano delle normative serie, precise, delle leggi molto chiare: se sei un delinquente che delinqui e sei aggressivo, te ne vai dal Paese".

Nel frattempo il negozio rimarrà chiuso e, per quelli che se ne domanderanno il motivo, c'è affisso un cartello che riporta:

"Chiuso per paura. Non per ferie. Non per scelta, ma perché lavorare così è diventato impossibile".

Il caso finirà in Parlamento

Silvio Giovine, deputato di Fratelli d'Italia, ha affermato al Corriere del Veneto che è assurdo che il medico del Car abbia certificato la non compatibilità della salute di K.Q. quando le forze dell'ordine sono riuscite a ottenerne uno dall'Ulss 8 Berica. Di fatto, sembra che il cittadino tunisino, nel CPR ci sia rimasto solo il tempo di una visita medica.

Giovine non è l'unico a protestare, c'è anche Pierantonio Zanettin, senatore di Forza Italia, che ha chiesto al ministro dell'Interno di intervenire urgentemente per disporre l'espulsione del cittadino.

Nel frattempo, il Questore Zerilli ha sottolineato che se dovesse avvenire un'altra aggressione, K.Q. potrebbe essere passibile di arresto. Inoltre, entro sette giorni dal rilascio dal CPR dovrebbe abbandonare il Paese, ma se ciò non dovesse accadere, potrebbe essere riaccompagnato nuovamente al centro per il rimpatrio.

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CITTADINO

Da che parte sta la legge, con la vittima o con il malfattore tunisino?

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