Pfas inquinano anche le divise dei pompieri (e non solo sangue, siti aziendali e falde acquifere)
Il processo per inquinamento alla ex Miteni la cui sentenza è attesa per la prossima settimana, apre nuovi fronti di preoccupazione

Mentre si avvicina la data della sentenza sull'inquinamento da Pfas causato dalla ex Miteni di Trissino (VI), che tanta eco ha destato in quanto prima e più importante causa su questo tema in Italia per i danni che avrebbe creato alla più vasta falda freatica europea, dopo una prima sentenza che proprio a partire dal giudice del Lavoro di Vicenza, mette in relazione tale inquinamento con la morte di un lavoratore della stessa azienda di Trissino, oggi leggiamo di uno studio in base al quale, nelle giacche e nel sangue dei Vigili del fuoco, sarebbe di non poco conto la presenza di tali tipi di inquinanti.
Cosa è stato fatto (e perché)
Un monitoraggio indipendente sui livelli di Pfas presenti nei loro dispositivi di protezione individuale e nel sangue dei Vigili del Fuoco di diversi comandi.
Lo studio sarebbe stato condotto per portare all’attenzione della politica e degli organismi preposti alla tutela dei lavoratori, l’esposizione dei Vigili del fuoco a tali pericolosi agenti inquinanti presenti, ad esempio, nelle schiume antincendio con le quali vengono in contatto le divise indossate nell'attività lavorativa.
Quanto sarebbe pericolosa l'esposizione
La rilevanza del fenomeno è stata esposta nel corso di una conferenza stampa il 9 giugno 2015, alla Camera dei Deputati, presenti Vitalia Murgia di Isde Medici per l’Ambiente, e Claudia Marcolungo, docente dell’Università di Padova, le quali hanno rappresentato come nei dispositivi di sicurezza ci sarebbe un’alta concentrazione di Pfas e di Fluoro Organico, ovvero un parametro che stima la presenza di tutti i Pfas dei quali si conoscono almeno 10 mila molecole, non tutte misurabili singolarmente, ma tutte classificate cancerogene dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc), organo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).
Come è stata valutata la pericolosità
I Vigili del fuoco sono doppiamente esposti ai Pfas, non solo come tutti i cittadini ma anche a causa del loro particolare lavoro.
L'indagine ha preso in esame i livelli di Pfas nel sangue di 16 Vigili del fuoco dei Comandi di Catania, Padova, Verona, Alessandria, Genova e Pisa e le analisi sono state fatte dall’ospedale Universitario di Aquisgrana (D), le quali avrebbero individuato valori che superano la soglia di rischio oltre la quale sarebbe opportuno un biomonitoraggio periodico costante.
L'allarme
Tali dati, hanno indotto il coordinamento nazionale USB Vigili del fuoco a chiedere:
“La mappatura dei siti contaminati da Pfas, l’analisi delle Sedi di servizio e di tutte le attrezzature in uso, la sorveglianza sanitaria degli operatori, al fine di eliminare l’esposizione ai Pfas da dispositivi di protezione individuale e nelle schiume antincendio. Tali passi, infatti, non sarebbero rinviabili per quanto esse potrebbero concorrere all'insorgere di malattie professionali”.
Se non ora, quando
Data l'attenzione che il processo per inquinamento alla ex Miteni ha destato, come non unire la protesta a quella delle "Mamme No-Pfas" piuttosto che a quelle di Amministratori locali e cittadini di quel vasto territorio che interessa almeno le province di Vicenza, Verona e Padova, con devastante impatto sulla intera falda acquifera veneta?
Un promemoria
Miteni era una azienda che produceva Pfas ed è fallita nel 2018, lasciando sul territorio inquinamento ed una serie di problemi di salute per tutta la popolazione locale, dato che l'acqua contaminata da Pfas è stata collegata a diversi problemi di salute tra cui alterazioni del fegato e della tiroide, interferenze con il sistema immunitario e riproduttivo e ad un aumento del rischio di alcuni tipi di tumore.
Ergo
In questo quadro ed in questo particolare momento storico che giunge dopo decine di anni di consapevole e colpevole condotta inquinante, ha buon gioco il sindacato del Vigili del fuoco ad inserirsi nella spigolosa valutazione tanto che, consapevole di ciò, si è fatto spalleggiare da Greenpeace - parte civile anche nel processo ex Miteni - in una recente conferenza stampa alla Camera dei deputati.