Per le future sfide, il nuovo reggente non potrà privarsi dell'altro pezzo più importante della scacchiera
Dopo l'elezione lampo la Curia cerca i nuovi equilibri a garantire i quali potrebbe non mancare il nostro Parolin

A parte il dispiacere dell'Amministrazione e dei compaesani di Schiavon di dove il Cardinale Pietro Parolin è originario e dove gli organi di informazione precipitatisi a frotte alla vigilia del Conclave, avevano ingenerato qualche speranza in più; a parte la stima e le speranze espresse da quelli che furono i suoi primi parrocchiani a Schio dei quali abbiamo anche raccontato, il Segretario di Stato vaticano sembra aver ripreso con grande serenità il suo compito.
Vicino al nuovo Papa
Vicino a Papa Leone XIV° già nel loggiato da dove quello avrebbe benedetto il mondo, a vederlo oggi mentre accompagna il Papa nell'apertura degli appartamenti lasciati da papa Francesco che aveva optato per Santa Marta, si ha l'impressione di una comunità coesa ed in cammino verso nuove sfide per affrontare le quali, difficilmente Leone XIV° potrà prescindere dalle doti diplomatiche ed esperienza del Cardinale vicentino.
Notizie su cosa significasse la fumata bianca, a dire il vero, non erano arrivate in quanto vietate, ma i silenzi che rimbalzavano nel vicentino dalle sacre stanze la dicevano lunga.
Così come arrivò prestissimo l'ipotesi che i voti del Cardinale - l'avevamo scritto subito anche noi - avessero fatto massa con quelli del ..Prevost(o).

Il detto popolare che la azzecca spesso
Così ci fu facile scrivere, anche se non piacque a tutti, che Pietro Parolin aveva appena confermato la tradizione secondo la quale "chi in Conclave entra da Papa, sovente ne esce cardinale". Peraltro è ciò che è capitato agli altri 129, non dimentichiamolo.
Gli scommettitori di professione
I giorni precedenti al Conclave hanno visto, soprattutto gli organi di informazione sprecarsi in mille e mille ipotesi e Parolin era dato per favoritissimo da osservatori e conoscitori di cose vaticane.
Ma non è andata così: il Segretario di Stato, invece, non è riuscito a superare il quorum e noi abbiamo titolato: "Morto un papa se ne fa un altro" ed al condizionale d'obbligo avevamo aggiunto la certezza - questo si che è un ossimoro - che però "Non si saprà mai come" per quanto sono segrete almeno quelle segrete cose.
Ed oggi?
Tant'è, oggi, ancora richiesti di mettere il naso laddove non ci compete, scopriamo che i voti di Parolin, secondo le solite ben fondate ricostruzioni, avrebbero aperto il Conclave per poi convergere sul Cardinale di Chicago poiché i consensi del Segretario di Stato sono subito sembrati tali da non incoraggiare i Prelati a spingere sul nostro beniamino, ancorché Segretario di Stato per Papa Francesco in una Chiesa alla ricerca di continuità.
Evidentemente la continuità nelle ragioni della Chiesa Cattolica, per i Cardinali non era quella dei mezzi e della forma.
Le ragioni
Che abbia pesato contro Parolin l'accordo tentato con la Cina per la nomina dei vescovi, "disatteso da Pechino senza che la diplomazia vaticana fosse in grado di far valere le proprie ragioni"?
Mah, anche no: a noi sembra che dovendo dare una ragione all'insuccesso delle loro baldanzose previsioni, oggi ai mezzi di informazione vada bene ogni scusa.
Pietro Parolin ha fatto convergere su Robert Francis Prevost il proprio pacchetto di voti? Magari è solo opera dello Spirito Santo.

Fatto gli è che il Cardinale d'Oltreoceano è stato eletto alla quarta votazione e la scelta di Papa Leone XIV° di avere accanto a sé proprio Parolin nel primo saluto al mondo dalla Loggia di San Pietro - questo l'abbiamo visto tutti - la dice lunga.
Ancora una ipotesi, invece, è che proprio per quanto detto sopra, Pietro Parolin nei primi tempi del Pontificato potrebbe rimanere a Capo della Segreteria di Stato ruolo che, da quasi coetaneo del Papa, potrebbe mantenere per molto ancora.