Molti nel vicentino

Manutentori infedeli depredavano i ripetitori Wind affidati alle loro cure

In trasferta per riparare le antenne, si tenevano le unità trasmittenti in danno alla Wind ed agli utenti

Manutentori infedeli depredavano i ripetitori Wind affidati alle loro cure
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Dovranno presto comparire avanti al Tribunale di Treviso 4 tecnici che lavoravano a chiamata per la Wind ma, anziché riparare i ripetitori, gliene smantellavano una parte.

I protagonisti

I tecnici, altamente specializzati, tutti in forza ad una Ditta di Monselice (PD) che con la Wind aveva un contratto per la manutenzione dei siti, sembra non vedessero l'ora di essere messi in trasferta, non già per quanto è bello fare il lavoro che ti piace all'aria aperta, quanto perché oltre alla nota a piè di lista, avrebbero potuto trarne un qualche vantaggio in natura.

Il fatto

Tra luglio 2022 e i primi mesi del 2023, infatti e giusto quanto ricostruito dagli inquirenti, si sarebbero impossessati dei trasmettitori invece che installarli negli impianti dove venivano inviati per la manutenzione.

Il primo caso viene alla luce a Cornuda (TV), ma successivi episodi verranno registrati in ripetitori disseminati fra Vicentino, Veronese, Veneziano, Trentino e Friuli, i quali servivano i territori vicentini di Bolzano Vicentino, Altavilla, Dueville, Montecchio Maggiore, Rosà e molte altre località del Veneto.

Insomma, laddove gli utenti Wind erano serviti dai ripetitori affidati alle cure del quartetto composto da un 57enne ternano, un 47enne di Villafranca (VR) e due romeni di 28 e di 49 anni, i telefonini non avevano campo o spariva improvvisamente la linea che magari tornava dopo qualche ora, mettendo in seria difficolta soprattutto chi il telefono lo usa per lavoro.

Ripetitori (immagine di repertorio da FB)

Colpa dei ripetitori?

Tecnicamente anche si: i quattro tecnici, infatti, fingevano di ripararli ed invece trafugavano i trasmettitori per poi rivenderseli con lauto immeritato profitto.

La scoperta del guasto

La Procura di Treviso, però, dopo lunghe indagini ritiene non si trattasse di guasti ma ci fosse qualcosa proprio di marcio, ossia dei furti belli e buoni: questa, infatti, l’ipotesi dei magistrati trevigiani che, a chiusura delle indagini chiederanno per i quattro, il rinvio a giudizio per furto pluriaggravato. All'avv. Luigi Torrisi il compito di assisterli nella difesa.

Il Tribunale di Treviso

Scovati i caballeros

La società telefonica correva presto ai ripari sempre per scoprire la mancanza di tre unità radio necessarie alla trasmissione dei segnali e sempre in concomitanza col passaggio dei quattro di ..."radiomaria": poteva trattarsi di un caso?

Se due indizi non fanno una prova, 3 unità radio, per 4 che erano i tecnici, il tutto moltiplicato per il gran numero di impianti sabotati, anche in ossequio al calcolo delle probabilità, alla Wind erano quasi certi di aver trovato il guasto.

Passate agli inquirenti tutte queste indicazioni, l'equazione ha dato come risultato 30: pari al numero dei casi addebitati dal magistrato ai nostri tecnici dalle mani d'oro.

Il danno stimato per la sola Wind, non è ancora dettagliabile, ma sarebbe cospicuo perché al costo del materiale elettronico trafugato, andrà aggiunto il costo del nuovo, oltre agli interventi d'urgenza che ogni volta si rendevano necessari.

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