Studente aggredito da militanti di Destra, in 500 scendono in piazza: "Non è un caso isolato"
La protesta organizzata dalla Rete degli Studenti Medi del Veneto che si è svolta nel pomeriggio di sabato 15 febbraio 2025
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In seguito ai fatti di venerdì 7 febbraio 2025, quando uno studente è stato aggredito al Liceo Pigafetta da due militanti di Azione Studentesca, la comunità vicentina ha deciso di non restare in silenzio. Per questo nella giornata di sabato 15 febbraio 2025, sono scese in piazza 500 persone per una manifestazione regionale ampia di risposta, ferma e determinata, e di condanna ad ogni tipo di fascismo.
La protesta di piazza contro lo studente aggredito da militanti di Destra
A organizzare il presidio è stata la Rete degli Studenti Medi del Veneto, la quale, nella nota stampa dell'evento ha dichiarato che l’aggressione neofascista di venerdì scorso al Liceo Pigafetta di Vicenza non rappresenterebbe un fatto isolato, ma l’ennesimo segnale di un clima in cui l’estrema destra si sente legittimata ad usare la violenza.
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Da Firenze a Roma, fino a Vicenza, vediamo sempre più episodi di violenza organizzata da gruppi come Azione Studentesca, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, che nelle scuole e nelle città prova a imporsi con intimidazioni e aggressioni.
“Quello che è successo il 7 febbraio davanti al liceo Pigafetta è gravissimo - ha affermato Alessia Spillare, coordinatrice della Rete degli Studenti Medi di Vicenza -. Un’aggressione in pieno giorno, davanti a tutti, come se fosse normale, come se fosse lecito. Questo dimostra il clima sempre più marcio che gruppi come Azione Studentesca stanno portando in tutta Italia. Ed è ancora più assurdo pensare che, nonostante la presenza di così tanti testimoni, i militanti si siano sentiti comunque sicuri di poter agire così. Perché? Perché sanno di potersela cavare, perché sentono di avere il terreno spianato.
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Stiamo parlando degli stessi giovani che, solo un anno fa, inneggiavano al fascismo nell’inchiesta di FanPage. Ora sono dentro alle nostre scuole, a giocare agli squadristi, a imporre con la violenza la loro ideologia. E dobbiamo dircelo chiaro: mentre parlano di 'libertà di espressione', usano la forza per zittire chi la pensa diversamente. E non è un caso isolato. È successo a Firenze, è successo a Roma, ora succede a Vicenza. Succederà ancora, se non ci opponiamo.
Nel frattempo, questi stessi personaggi girano per i quartieri di Vicenza a fare ronde per 'prevenire il degrado', con la polizia che li scorta invece di fermarli. Si sentono impuniti, legittimati a fare quello che vogliono. La destra estremista sta portando avanti la solita retorica: da una parte si finge vittima, dall’altra usa la violenza per mettere a tacere il dissenso. E il governo? Silenzio. Non una parola di condanna, non una presa di posizione. Anzi, con il ddl sicurezza si spinge ancora di più verso la repressione, schedando studenti, criminalizzando le proteste, restringendo sempre di più gli spazi di libertà".
A parlare è stata anche Viola Carollo, che fa parte della Rete degli Studenti Medi del Veneto:
“Quello che è successo la settimana scorsa a Vicenza non è un caso isolato. Non è un episodio sporadico. È stata un’aggressione squadrista, l’ennesima dimostrazione di come i gruppi neofascisti, protetti e legittimati dal governo, si sentano liberi di colpire chiunque osi opporsi alla loro retorica. Uno studente è stato inseguito, accerchiato e picchiato all’interno della sua scuola da militanti di Azione Studentesca, la gioventù di cui Giorgia Meloni dice di essere fiera. Questi sono i loro metodi: non il confronto, non il dibattito, ma la violenza, l’intimidazione, la sopraffazione.
E guardiamo anche il contesto in cui accade tutto questo: da mesi vediamo le nostre città tappezzate di croci celtiche, svastiche, scritte minacciose, mentre nelle scuole questi fascisti provano a fare proselitismo, a reclutare giovani per il loro progetto reazionario e violento. Non è un caso, è un disegno politico chiaro. Perché la scuola deve essere un presidio di confronto, di crescita critica, di libertà, non uno spazio in cui gruppi neofascisti si sentono autorizzati a intimidire e picchiare! Questo attacco non è solo contro uno studente, è contro l’idea stessa di scuola pubblica, di educazione all’antifascismo, di pensiero libero. Non accetteremo mai questa deriva autoritaria. Pretendiamo lo scioglimento immediato di Azione Studentesca e di tutte le organizzazioni neofasciste che sono state smascherate come tali durante l’inchiesta di fanpage l’anno scorso".
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A partecipare all'evento anche le Unioni degli Universitari di Verona, Padova e Venezia:
“Oggi come Unione degli Universitari siamo venuti perché quello che è successo al Liceo Pigafetta non è solo l'azione di pochi ragazzi accecati dall’odio, a cui piace la goliardia come direbbe qualcuno. È il risultato e la concretizzazione di un sistema violento, oppressivo e discriminatorio. È il risultato di non aver ancora fatto i conti con il passato, con individui che anzi venerano e sognano quello che noi non abbiamo paura di chiamare Fascismo. Perché sì, il fascismo non è solo quello che studiamo sui libri di storia.
Fascismo sono le continue aggressioni violente fatte da gruppi squadristi nelle nostre città, sono le manganellate della polizia sui manifestanti. Fascismo è ingannare le persone facendo credere che i diritti siano tutelati, quando in realtà vengono smantellati pezzo per pezzo. Tutto questo succede in un momento in cui molti pensano sia impossibile un'alternativa, in cui molti pensano non abbia senso opporsi e manifestare liberamente il proprio pensiero. Effettivamente è difficile, è rischioso: ci schiacciano, il governo schiaccia chi esprime un pensiero libero, lo sorveglia e lo ostacola; le pressioni politiche e le intimidazioni sono continue. Per loro è questa la sicurezza che ci deve essere nel nostro Paese: nessun dissenso, nessuna libertà, ma anzi ghettizzazione delle persone considerate devianti, tra cui le persone in movimento".
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