Vicenza, entra nel vivo il processo per inquinamento da PFAS
Comitati, associazioni e Amministratori del territorio chiedono giustizia

Venerdì 7 e sabato 8 febbraio 2025 i Comitati NoPfas vicentini si sono dati appuntamento no-stop, avanti al tribunale di Vicenza mentre il Pubblico Ministero, Paolo Fietta, iniziava la fase processuale che vede l’Industria Chimica Mitevi Spa di Trissino (VI) accusata di inquinamento da Pfas.

La contaminazione
La contaminazione delle acque superficiali, di falda e degli acquedotti da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), avrebbe, proprio secondo la nota Arpav-Vi di prot.0075059/00.00 del 11/07/2013, quale responsabile principale la citata industria.
Lo stabilimento, attivo sin dagli anni ’60, prima come Rimar (gruppo Marzotto) e poi come Miteni spa, sarebbe responsabile, appunto, della dispersione di composti fluorurati ed i Comitati, perciò, ritengono che l’inquinamento si sia protratto per una quarantina d’anni, tanto che la presenza di fluoruri attorno al sito, viene registrata per la prima volta nel 1977.
Gli studi
Successivamente furono commissionati altri studi: nel 2011 il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) interessava il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) che il 25 marzo 2013 comunicava:
“Nel bacino di Agno e Fratta Gorzone, anche a monte dello scarico del collettore A.Ri.C.A., sono state misurate concentrazioni di PFOA molto elevate, spesso superiori a 1000ng/l, che destano una certa preoccupazione dal punto di vista ambientale. Ancora più preoccupazione desta la misura della concentrazione di queste sostanze nelle acque potabili campionate da punti di erogazione pubblici e privati. Nel bacino di Agno-Fratta Gorzone vi sono concentrazioni crescenti da nord a sud che raggiungono valori di PFOA superiori a 1000ng/l e di PFAS totale superiore a 2000ng/l.”
C’era, insomma, da parte dello stesso CNR:
“Un possibile rischio sanitario per le popolazioni che bevono queste acque, prelevate dalla falda”.

Il territorio interessato
L’area interessata dall’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) è pari a circa 180 kmq di un vasto territorio che si estende tra le province di Vicenza, Verona e Padova, per una popolazione stimata di 300 mila abitanti: 30 comuni si sono trovati a dover far fronte all’inquinamento anche dell’acqua potabile; molte famiglie, poi, non sono servite dall’acquedotto ed attingono l’acqua per uso alimentare e irriguo da pozzi privati, oggi vietati dalla Regione, perché altamente inquinati per effetto di queste sostanze.
Insomma non potevano mancare i Comitati NoPfas alla requisitoria cominciata ieri 7 febbraio 2025, in tribunale a Vicenza, dopo un processo avviato quattro anni fa e che entra ora nelle fasi finali.

Giovedì prossimo il PM potrebbe richiedere diverse condanne per i 15 imputati tra ex dirigenti e dipendenti dell’azienda di Trissino.
Le accuse
I due capi di imputazione sono per:”Avvelenamento dell’acqua e disastro in concorso”, aggravato da comportamenti dolosi, data la consapevolezza dell’avere inquinato senza prendere contromisure.

“Sapevano di inquinare ma non hanno fatto nulla” urla uno degli striscioni sul piazzale del Tribunale.