Nigeriano morto dissanguato a Schio, la compagna: "Era ubriaco, mi ha aggredito, mi sono difesa"
Dopo lungo interrogatorio, la compagna del nigeriano confessa ed invoca la legittima difesa
Queen Enabuele ha confessato:”Voleva uccidermi e mi sono difesa”, si sarebbe anche giustificata.
La morte del fidanzato Kelly Egbon, un coetaneo 32enne nigeriano, trovato dissanguato nella notte tra il 6 ed il 7 gennaio 2025, nella sua casa a Schio (VI) aveva subito lasciato perplessi gli investigatori, poco propensi a credere si fosse trattato della rottura di un tavolo tra i cui frammenti di vetro era stato rinvenuto il malcapitato.
La versione di una caduta accidentale, fornita inizialmente dalla compagna, insomma, sembrava non reggere (sulla ferita non sono state rinvenute tracce di vetro) ed, infatti, dopo un lungo interrogatorio, la donna ha ammesso di aver ucciso il fidanzato per legittima difesa.
Difficile credere ad una caduta accidentale
Kelly Egbon era stato trovato riverso sul suo stesso sangue nell’appartamento in piazza Garibaldi, centro storico di Schio (VI), con una ferita all’inguine. La morte, verrà appurato, era stata stata causata dalla recisione dell’arteria femorale.
Difficile credere ad una caduta accidentale, come subito riferito dalla compagna Enabuele e, infatti, i rilievi del medico legale incaricato hanno avvalorato i sospetti: non dell’esito di una caduta, si sarebbe trattato, ma di una profonda lesione da un’arma "da punta e taglio"; un coltello?
Dopo essere caduta in diverse contraddizioni, alla fine di un lungo interrogatorio, la donna ha confessato sostenendo, però, che fosse stato il compagno, armato di coltello, ad aggredirla e proprio nel corso della violente lite sarebbe stata essa stessa ad infliggere la ferita mortale.
Il fermo e il carcere
Ad effettuare le indagini conclusesi così celermente, sono stati i Carabinieri della locale Compagnia, coadiuvati dai militari del Reparto Operativo - Nucleo Investigativo della Compagnia Carabinieri di Vicenza.
Di tutto preso atto, il Procuratore ha dapprima disposto il fermo ed in seguito il trasferimento nella Casa circondariale di Verona Montorio, dove l’imputata è ora rinchiusa.