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Finta infermiera usava i farmaci per stordire gli anziani e derubarli

Un’indagine durata nove mesi porta alla luce una serie di reati, tra cui omicidio aggravato e spaccio di medicinali, compiuti da una 46enne vicentina

Finta infermiera usava i farmaci per stordire gli anziani e derubarli
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Un’articolata operazione dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Vicenza ha portato all'arresto di una 46enne vicentina, accusata di omicidio aggravato, tentato omicidio, rapina, spaccio di medicinali a base di benzodiazepine e autoriciclaggio. L’arresto, avvenuto lo scorso 18 novembre 2024, è stato disposto dal G.i.p. del tribunale di Vicenza, al termine di un’indagine durata nove mesi e riguardante fatti risalenti al gennaio 2022.

I primi sospetti

Le indagini hanno avuto origine da una denuncia presentata presso la stazione dei Carabinieri di Breganze nel marzo 2024. La segnalazione riguardava anomalie sospette legate alla morte di un’anziana e al peggioramento improvviso delle condizioni di salute di altri due coniugi, tutti assistiti a domicilio dalla donna arrestata.

La 46enne, nota per le sue abilità persuasive, si era finta operatrice socio sanitaria, inventandosi qualifiche professionali mai ottenute. Gli incarichi venivano ottenuti attraverso annunci sui gruppi Facebook locali, approfittando della difficoltà cronica nel reperire personale qualificato per l’assistenza agli anziani.

Stordiva i pazienti e poi li derubava

La falsa operatrice è accusata di aver causato la morte di un’anziana e il tentato omicidio di altre quattro persone, somministrando sovradosaggi di medicinali neurodepressori come Xanax, Tavor, Lorazepam e Trittico. Questi farmaci, non sempre prescritti dai medici, venivano somministrati per alterare lo stato di salute delle vittime. I sintomi riportati includevano torpore, stordimento e difficoltà motorie.

La donna è anche accusata di rapina aggravata: avrebbe sottratto preziosi a un’anziana dopo averla stordita con benzodiazepine, rivendendo successivamente gli oggetti in negozi "compro oro" per un valore complessivo di 3.000 euro. Motivo per il quale le viene contestato anche l’autoriciclaggio.

Era dipendente da farmaci

Le indagini hanno rivelato che l’indagata è una consumatrice abituale di benzodiazepine, acquistate spesso senza ricetta medica. In alcuni casi, avrebbe ceduto tali farmaci a terzi.

La Procura di Vicenza sta indagando ulteriormente sui canali di approvvigionamento dei medicinali e ha già disposto perquisizioni in tre farmacie locali, i cui esiti saranno refertati a operazioni terminate atteso che le attività sono tutt’ora in corso.

Il commento di Zaia

Sulla vicenda, anche il Presidente della Regione, Luca Zaia, ha voluto rilasciare un commento, esprimendo la propria vicinanza ai parenti delle vittime:

"È un fatto sconvolgente, che scuote profondamente la nostra comunità. Voglio esprimere il mio plauso più sincero ai Carabinieri del Comando Provinciale di Vicenza per l’eccellente lavoro svolto, frutto di mesi di indagini approfondite e complesse. Si tratta di accuse gravissime che richiedono massima chiarezza: la mia condanna per quanto emerso è ferma e totale. Ora confidiamo nella giustizia, affinché ogni responsabilità venga accertata e chi ha commesso questi reati risponda pienamente delle proprie azioni".

Luca Zaia

"La gravità di quanto accaduto non può lasciarci indifferenti. Parliamo di persone che si sono affidate con fiducia e che invece sono state tradite e sfruttate in modo terribile", ha aggiunto Zaia. "Voglio ribadire la mia vicinanza alle famiglie colpite da questa tragedia. Non ci sono parole per lenire il loro dolore, ma è nostro dovere garantire che episodi come questo non accadano più".

Continuano le indagini

Un contributo fondamentale è stato fornito dall’AULSS 8 Berica, dall’Azienda Zero della Regione Veneto e da alcune figure mediche. Gli esami tossicologici hanno confermato il sovradosaggio di benzodiazepine come causa dei malori, attribuendogli anche un ruolo probabile nell’aggravamento delle condizioni di salute delle vittime, le quali non hanno più manifestato sintomi una volta interrotto il rapporto con la 46enne.

Al momento, sono ancora in corso le indagini da parte delle forze dell'ordine, al fine di far luce su altri possibili reati commessi dalla donna e sul ruolo delle farmacie coinvolte.

Maltrattamenti in casa di riposo: operatore socio-sanitario inchiodato dalle intercettazioni ambientali

Nelle ultime ore, il caso di maltrattamenti nei confronti di anziani non ha riguardato soltanto la provincia di Vicenza. Infatti, a Vittorio Veneto (Treviso) un operatore socio-sanitario di 58 anni è finito sotto inchiesta per aver maltrattato una dozzina di ospiti della Rsa.

A segnalare ai carabinieri gli episodi, ormai intollerabili, sono stati i familiari delle vittime. Fondamentali, nell'inchiesta contro l'operatore socio-sanitario sono state le intercettazioni ambientali, piazzate di nascosto dagli investigatori all’interno dell’istituto Cesana - Malanotti.

Le violenze fisiche e psicologiche sarebbero andate avanti per mesi finché, nell’ottobre scorso, i parenti di un paziente si sono presentati nella caserma di via Boni per denunciare la situazione intollerabile e il clima di terrore che si percepiva durante il turno del dipendente in questione.

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