Vertenza Meneghetti: trattative interrotte, l’azienda procede con 40 licenziamenti
Falliti i tentativi di mediazione, nessun accordo tra proprietà e sindacati. Cresce l’incertezza per i lavoratori
Si chiude senza accordo l’ultimo capitolo della vertenza Meneghetti, l’azienda di Rosà specializzata nella produzione ed esportazione di cucine e forni di design. Dopo settimane di trattative, l'incontro mediato dalla Regione tra la proprietà e i rappresentanti sindacali non ha portato a un’intesa. L’impresa ha annunciato l’intenzione di procedere unilateralmente con 40 licenziamenti, scatenando la reazione dei sindacati.
Un dialogo che si è arenato
I sindacati CGIL e UIL, insieme alle rappresentanze aziendali, puntavano a una soluzione condivisa per evitare il ricorso al tribunale del lavoro. Dopo un presidio tenutosi lo scorso 13 novembre 2024 a Venezia, l’azienda sembrava disposta a ridurre il numero degli esuberi da 40 a 30 e a optare per uscite volontarie, con un incentivo pari a 22-23 mensilità rispetto alle 12 inizialmente proposte. Tuttavia, le trattative sono naufragate, quando Meneghetti è tornata a proporre una lista di licenziamenti non negoziabili, sollevando forti critiche da parte dei lavoratori.
La decisione ha colpito in particolare i dipendenti più anziani e con minori competenze professionalizzate, che costituiscono una parte rilevante della forza lavoro. Molti di loro, immigrati negli anni '90, oggi sono cittadini italiani, ma si sentono esclusi dai progetti di innovazione aziendale.
Fumata nera all'ultimo incontro
Anche il terzo incontro presso l’Unità di Crisi regionale, tenutosi nella giornata di mercoledì 20 novembre 2024, si è concluso con una fumata nera. Nonostante la disponibilità dei sindacati a proporre una lista di nominativi che rispettasse la tipologia di esuberi richiesta dall’azienda, quest’ultima ha rigettato l’offerta, insistendo su una selezione che includesse almeno 15 figure specifiche, indisposte ad accettare l’incentivo economico proposto.
Secondo Marco Distefano (Fiom Vicenza) e Alain Bortolini (Uilm Vicenza), la posizione rigida dell’azienda ha portato all’interruzione definitiva delle trattative:
"Oggi anche la Regione si è ritrovata impotente e basita di fronte alle posizioni della proprietà, come anche dichiarato nel loro comunicato, rilasciato a chiusura del tavolo. Arrivati a questo punto, come sindacati, metteremo da subito in campo tutte le iniziative possibili e necessarie per fermare i 40 licenziamenti preannunciati dalla proprietà, vista l’impossibilità, per scelta aziendale, di procedere con la trattativa".
La Regione: "pronti a riaprire il confronto"
E infatti, anche dalla Regione sale la preoccupazione per la scelta portata avanti dall'azienda bassanese. Su questo, si è espressa l'Assessore Regionale al Lavoro, Valeria Mantovan:
"Si chiude oggi con un mancato accordo la procedura per il licenziamento collettivo che ci aveva chiamati all’esame congiunto con le Parti per i 40 esuberi dichiarati da Meneghetti. Una trattativa complessa che ci ha visto impegnati, anche con l’unità di crisi regionale. Purtroppo - afferma Valeria Mantovan - oggi constatiamo che l’azienda ha chiuso alle soluzioni alternative prospettate dalla Regione che avrebbero invece ottenuto il parere positivo delle parti sindacali, la Fiom Cgil e la Uilm Uil, presenti al tavolo con i rappresentanti dei lavoratori. Siamo preoccupati per una situazione che, da domani, potrà far procedere l’azienda unilateralmente".
“Come Regione - conclude l’assessore - auspichiamo la riapertura del dialogo e siamo pronti fin da domani ad agevolare di nuovo il confronto".