Guardia di Finanza

Truffa "Bonus facciate", sequestrati oltre 10 milioni di euro nel Vicentino

Scoperti crediti d'imposta falsi che riguardavano lavori di ristrutturazione su 67 immobili "fantasma"

Truffa "Bonus facciate", sequestrati oltre 10 milioni di euro nel Vicentino
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Recentemente, la Guardia di Finanza di Vicenza ha sequestrato crediti d’imposta per oltre 10 milioni di euro legati a operazioni fittizie nell’ambito del "Bonus Facciate".  Nell’operazione sono coinvolte 32 persone tra imprenditori e privati, dislocati in diverse province italiane (in copertina: immagine di repertorio).

Crediti fittizi da 10 milioni di euro

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vicenza e condotte dai militari della Tenenza di Thiene, hanno portato alla scoperta di una vasta rete di cessioni fittizie di crediti d’imposta relativi a lavori mai eseguiti. Il provvedimento ha colpito 32 soggetti economici, tra imprese e persone fisiche, dislocati nelle province di Firenze, Bologna, Venezia, Roma, Milano, Pistoia, Pisa, Modena, Padova e Ravenna.

L’operazione è scaturita dall’indagine sul fallimento di una società con sede prima in provincia di Firenze e poi trasferitasi nel Vicentino. Tra ottobre e novembre 2021, poco prima del fallimento, il legale rappresentante della società aveva ceduto crediti d’imposta per oltre 10 milioni di euro a una S.r.l., che li aveva poi redistribuiti a nove altre imprese, di cui cinque già coinvolte in inchieste per reati finanziari.

Immobili fantasma

Le indagini hanno rivelato che questi crediti d’imposta, legati al "Bonus Facciate" (agevolazione fiscale correlata agli interventi di recupero o restauro della facciata esterna degli edifici, che consentiva il riconoscimento di un credito d’imposta pari al 90% dell’importo dei lavori realizzati), erano stati generati attraverso false dichiarazioni, trasmesse sulla piattaforma web dell’Agenzia delle Entrate.

Queste dichiarazioni, in particolare, riguardavano lavori di ristrutturazione su 67 immobili, principalmente localizzati a Parma, Rosolina (RO) ed Eraclea (VE). Tuttavia, fatta eccezione per un edificio, di questi immobili non ne esisteva traccia nei registri catastali. A confermare ulteriormente i sospetti delle Fiamme Gialle, è stato rilevato che non erano mai state emesse fatture per i lavori dichiarati, oltre al fatto che il cedente non possedeva né affittava nessuno degli edifici indicati.

L’inchiesta ha portato alla denuncia del legale rappresentante della società per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, mentre i crediti d’imposta sono stati bloccati per impedire ulteriori cessioni e monetizzazioni fraudolente.

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