Masci di Schio spegne le sue prime 56 candeline
Fa parte della famiglia dello scoutismo fondato da Baden Powell.
L’associazione Masci di Schio compie 56 anni. Nata nel 1963 all’oratorio salesiano del paese, grazie all’iniziativa di alcuni vecchi scout, si è sempre impegnata a tutelare e a sensibilizzare temi importanti nel sociale e non solo.
Masci e lo scoutismo
L’associazione Masci fa parte della famiglia dello scoutismo, nato in Inghilterra ad inizio del 20 secolo, grazie all’idea di un generale: Robert Baden Powell. Egli pensò, a seguito di alcuni vicissitudini di cui fu protagonista, di fondare un movimento educativo che potesse aiutare i ragazzi a divenire bravi cittadini, preparandoli ad aiutare e sostenere le persone in difficoltà. Nel 1916 anche in Italia, si registrò la nascita dell’Asci, meglio conosciuta come associazione scout cattolica. Mentre per quanto riguarda la città di Schio, bisogna aspettare fino al lontano 1923, quando i salesiani, aprirono le porte dell’oratorio al primo gruppo scout denominato Asci Schio I. Inizialmente Powell, fondò gli scout principalmente per educare bambini e bambine, e solo successivamente si adoperò per allargare il progetto, coinvolgendo ed istruendo anche gli adulti, affinché diventassero degli educatori sempre più preparati. Così nel lontano 1963, anche all’oratorio salesiano di Schio, nacque la prima comunità cittadina per adulti scout, ovvero il Masci di Schio.
Condivisione dei valori
«Fin dal 1963 - afferma lo scledense Mario Corato, capo magister e uno dei coordinatori dell’associazione - abbiamo cercato di divulgare e sensibilizzare quelli che sono i nostri valori : Comunità e custodia delle famiglie, servizio e solidarietà verso gli altri, educazione, spiritualità, fraternità e vita all’aria aperta. In questi 50 anni - continua - la nostra comunità ha percorso tanta buona strada, e lo testimoniano i tanti progetti che in centinaia di occasioni siamo riusciti a realizzare, vivendo insieme i principi e gli ideali dello scoutismo cattolico. Con il crescere del movimento in tutta Italia infatti, sono stati innumerevoli gli eventi a carattere intercomunitario, provinciale, regionale e nazionale ai quali la nostra comunità è stata assiduamente presente. Sarebbe impossibile - conclude Mario Corato - raccontare a parole tutta la nostra storia, così lunga e ricca di avvenimenti. Ma ciascuno di noi intimamente, oppure con amici e famigliari, la rievoca sempre con emozione».
Testimonianze
A raccontare la propria esperienza è Franco Pedron ex capo scout Agesci. «Ho iniziato con gli scout già da ragazzino, quando feci parte della categoria dei Lupetti, presso il distaccamento di Chiampo. In seguito qui a Schio però, ho avuto anche la fortuna di diventare capo scout, ovvero coordinatore ed educatore dei ragazzi e dei giovani. Per diversi anni infatti, ho seguito le fasce d’età dei Boy scout, dei Rover e delle Scolte. Successivamente invece, per ben 7 anni, ho anche diretto il gruppo Agesci Schio 6^ di Magrè. All’età della pensione invece, io e mia moglie siamo divenuti adulti scout del Masci Schio I. In tutti questi anni, abbiamo vissuto dei momenti e delle emozioni indescrivibili, che per sempre porterò con me». A fargli eco si unisce Paolo Bicego gruppo Masci Schio I. «Purtroppo in età giovanile non ho avuto la possibilità di far parte del gruppo degli scout. Da adulto però, grazie ai miei figli entrambi scout Agesci, sono entrato a contatto con questa meravigliosa scuola di vita che è lo scoutismo. Così, ormai più di venti anni fa su consiglio di alcuni amici, decisi di entrare a far parte del Masci di Schio. Immediatamente ne diventai socio ed estimatore grazie anche alle tante iniziative e opportunità che mi offrì. Come ad esempio la formazione permanente su tematiche attuali locali e non solo, l’accettazione e la condivisione di una mentalità scout e l’attuazione di momenti ludici da condividere con comunità vicine». Fra le «quote rosa» interviene Anna Maria Saccardo, gruppo Masci Schio I. «Dopo aver trascorso quasi 20 anni lontana da Schio, e aver costruito una famiglia, io e mio marito Sandro abbiamo sentito la necessità di riprendere il percorso che avevamo abbandonato quando eravamo giovani, diventando membri del Masci scledense. All’inizio di questa avventura, eravamo un po' timorosi, ma con sorpresa strada facendo, abbiamo ritrovato tanti amici che condividevano i nostri stessi ideali. Accettare la comunità non è stato semplice,ma tuttavia abbiamo capito che essa va costruita e coltivata giorno per giorno, e di quanto sia considerarsi come un punto di partenza e non di arrivo. Prima di tutto infatti, bisogna imparare ad accettare le persone, ad accoglierle, ascoltarle, amarle, anche se a volte non è sempre facile. Ma di certo, è l’unica strada percorribile affinché tutti gli uomini, possano vivere in armonia, aiutandosi gli uni con gli altri».