Guardia di Finanza

Scoperti 12 lavoratori irregolari nel distretto industriale della Valle del Chiampo

Le violazioni hanno comportato sanzioni amministrative complessive che variano da un minimo di 25.590,00 euro a un massimo di 130.140,00 euro

Scoperti 12 lavoratori irregolari nel distretto industriale della Valle del Chiampo
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Recentemente, la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Vicenza ha condotto un'importante operazione di controllo nel distretto industriale della Valle del Chiampo, che ha portato alla scoperta di ben 12 lavoratori irregolari, di cui 10 impiegati in nero e 2 clandestini (in copertina: immagine di repertorio).

Irregolare nel territorio italiano

Tra i casi più gravi, spicca quello di un’azienda di concia a Zermeghedo, dove è stato scoperto un lavoratore di origine indiana impiegato illegalmente. In quanto presente irregolarmente sul territorio italiano, l'azienda avrebbe impiegato illegalmente il lavoratore.

Il titolare dell’azienda di Zermeghedo, pertanto, è stato prontamente segnalato per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Quanto al lavoratore indiano, privo di documenti, è stato sottoposto a fotosegnalamento e denunciato per la sua presenza illegale in Italia. A seguito di ciò, è stato invitato a presentarsi presso la Questura di Vicenza per cercare di regolarizzare la sua posizione.

Altre irregolarità nella Valle del Chiampo

Sempre nella Valle del Chiampo, un’altra azienda è stata trovata in violazione delle leggi sull’immigrazione. A San Pietro Mussolino, una ditta individuale specializzata nella distribuzione di materiale pubblicitario porta a porta impiegava un altro lavoratore irregolare. Anche in questo caso, il titolare dell’impresa è stato denunciato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le indagini si sono, poi, estese anche ad altre realtà produttive del vicentino. A Trissino, una società di capitali attiva nel settore della concia e, ad Arzignano, una ditta individuale che si occupa di lavori di isolamento termico e acustico, sono state trovate a impiegare lavoratori non solo privi di regolare contratto, ma anche in violazione delle normative sui richiedenti asilo. I lavoratori coinvolti, in attesa di protezione internazionale, non avrebbero potuto essere impiegati nei primi 60 giorni dalla presentazione della domanda d’asilo, come stabilito dalla legge. Anche in questi casi, i responsabili delle aziende sono stati denunciati.

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