Ecco le richieste

Commissione immigrazione di Anci nazionale: gli amministratori veneti sottoscrivono le linee guida da sottoporre al governo

Fermo restando il ruolo dei comuni nell'accoglienza, vengono chieste maggiori garanzie e collaborazione da parte del governo

Commissione immigrazione di Anci nazionale: gli amministratori veneti sottoscrivono le linee guida da sottoporre al governo
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Sul tavolo della discussione anche l'accoglienza dei minori non accompagnati e la velocizzazione della burocrazia

Commissione immigrazione Anci nazionale: gli amministratori veneti sottoscrivono le linee guida da sottoporre al governo

"Abbiamo partecipato alla Commissione immigrazione convocata da Anci nazionale durante la quale abbiamo condiviso le proposte predisposte dall'assemblea a tal punto da sostenerle e ritenerle essenziali come linee guida da sottoporre al Governo per la gestione da parte delle nostre Città di un tema quanto mai sensibile e delicato qual è l'immigrazione e le sue ripercussioni all'interno dei territori comunali."

Le parole di Matteo Tosetto assessore alle Politiche sociali del Comune di Vicenza, Luisa Ceni assessora alle Politiche sociali del Comune di Verona, Margherita Colonnello assessora al Sociale del Comune di Padova e Mirella Zambello, assessore alle politiche Sociali del Comune di Rovigo vogliono far chiarezza: le amministrazioni comunali non intendono tirarsi indietro di fronte all' emergenza migranti, ma vanno risolte le problematiche legate all'ospitalità che finiscono per riversarsi sui bilanci dei comuni. Dopo nemmeno due settimane dall'accesa discussione tra il sindaco e il prefetto di Padova che aveva chiarito come la sempre più difficile situazione dell'accoglienza sarebbe stata risolta lavorando ognuno in base alla proprie competenze, gli amministratori locali ritornano a fare il punto della situazione.

"In primo luogo- spiegano- condividiamo la richiesta che sia lo Stato centrale a prendersi capo della gestione dei cosiddetti "fuori quota" ovvero quei migranti, soprattutto provenienti dalla rotta balcanica, che arrivano nel nostro territorio in modo irregolare e spontaneo e che, quindi, vengono accolti in strutture di accoglienza messe a disposizione dei singoli Comuni. Un processo che, con spirito di solidarietà, abbiamo il compito di gestire, ma che ha delle ingenti ricadute economiche sui bilanci dei nostri Comuni. Mentre gli sbarchi a Lampedusa generano scalpore con pesanti ricadute sociali e di sicurezza nei nostri territori.

Serve una "clausola di salvaguardia" per comuni nella rete SAI

Riteniamo poi pienamente corretta la posizione dei Comuni italiani nel richiedere di implementare il SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) con ulteriori 5mila posti proprio in considerazione delle attuali presenze, dei trend di arrivo e dei dati di turn over e, soprattutto, di inserire una "clausola di salvaguardia", estremamente necessaria per i Comuni, così come prevista già dalla direttiva del Ministero dell'Interno dell'11 ottobre del 2016. E' fondamentale inoltre che i Comuni che già appartengono alla rete SAI siano esentati dall'attivazione di ulteriori forme di accoglienza nella misura in cui il numero di posti previsti soddisfi la quota assegnata a ciascun ente.

Il governo deve essere responsabile dei minori non accompagnati

Resta tema di maggior criticità l'accoglienza dei minori non accompagnati: bisogna stabilire e strutturare una rete di centri di prima accoglienza esclusivamente a carico e sotto la responsabilità del Ministero dell'Interno e delle relative strutture periferiche. In questi  centri si procederà, in un tempo massimo di 45/60 giorni, all'identificazione e all'accertamento dell'età, del controllo sanitario e alla verifica di parenti sul territorio. Concluso questo iter i minori non accompagnati saranno trasferiti esclusivamente in strutture del SAI i cui posti devono, come già sottolineato, essere ampliati.
Sia per i minori che per gli adulti, si deve prevedere il pieno coinvolgimento del Terzo settore. Anche per quanto attiene i CAS, è fondamentale gestire l'emergenza in collaborazione con le prefetture.

Indispensabile, inoltre, è rafforzare e potenziare gli uffici immigrazione delle Questure per velocizzare l’identificazione e la regolarizzazione degli immigrati. In una situazione così ampiamente drammatica, non possiamo, infine, che ribadire la nostra forte preoccupazione sugli effetti del cosiddetto "decreto Cutro" che limita fortemente la protezione speciale  con il rischio di un aumento dei migranti irregolari sul territorio".

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