Il camionista che ha ucciso Rebellin sarà estradato, la vedova: "Giusto sia condannato per l'orrore che ha commesso"
Il commento di Françoise Marie sugli ultimi sviluppi dell’inchiesta a carico del camionista tedesco e sulla sua imminente estradizione
I familiari sanno che l'iter giudiziario sarà lungo, ma vogliono che il colpevole sia "messo di fronte" alle sue azioni
Il camionista che ha ucciso Rebellin sarà estradato. La vedova: "Giusto sia condannato per l'orrore che ha commesso"
Le prove raccolte con perizie e sopralluoghi non lasciano spazio ad alcun dubbio: l'ex campione di ciclismo Davide Rebellin era morto per le ferite riportate dopo essere stato investito dal camionista tedesco a novembre dello scorso anno. Wolfgang Rieke era sceso dal suo camion , aveva visto il corpo di Rebellin a terra, ma non gli aveva prestato soccorso. Anzi era scappato cercndo di far perdere le sue tracce. Dopo le indagini però, per il 62 enne si era aperte le porte del carcere, ma solo per qualche giorno perchè poi era finito ai domiciliari. Una decisione che aveva provocato rabbia e indignazione, ma adesso una nuova svolta: Rilke verrà estradato in Italia.
“Il cammino giudiziario sarà ancora lungo ma l'importante è che la persona che ha ucciso mio marito, restando a guardare subito dopo la tragedia senza chiamare i soccorsi, fuggendo e non avendo mai espresso una sola parola di scuse e rimorso, venga arrestata e giudicata per quello che ha fatto- Così Françoise Marie, la moglie di Davide Rebellin, commenta la notizia della prossima estradizione (“consegna” in ambito europeo) in Italia del camionista assistita, come gli altri familiari della vittima, attraverso il consulente Alessio Rossato, da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e dall’avvocato Davide Picco, del foro di Vicenza - E’ giusto che sia messo di fronte alle sue azioni: un drammatico incidente può capitare, ma la sua reazione, terribilmente vile e senza rimpianti, non è quella di un uomo.
L'inchiesta ha dimostrato la responsabilità del camionista
Per me è importante anche che l'inchiesta sia riuscita a dimostrare che la responsabilità dell'incidente è al cento per cento del camionista, che aveva perfetta visibilità per poter scorgere Davide, che percorreva la strada in totale sicurezza per se stesso e senza recare disturbo a nessuno - sottolinea poi la donna - Ho letto tante cose che hanno acuito il mio dolore, come se fosse stato Davide ad andare addosso al camion, pedalando senza rispettare gli altri utenti della strada.
Mio marito invece era una persona particolarmente e profondamente rispettosa di tutti, anche sulla strada: per lui era molto importante non intralciare mai nessuno, restare sulla destra, fermarsi al semaforo rosso, mettere il casco. E se una persona pedalava per un po’ assieme a lui e procedeva troppo a sinistra, gli diceva subito di stare attento, di tenere la destra, di mettersi davanti o dietro a lui, preoccupato per la sua sicurezza e per il rispetto degli automobilisti. In trent’anni d’intensi allenamenti su strada, pedalando per ore e ore ogni giorno, non aveva mai avuto incidenti, a riprova di quanto fosse attento, sempre “al suo posto” e prudente”.