Campanari, Premio benemerito della Cultura
La consegna in sala consiliare, in una cerimonia che ha concluso la Settimana della Lettura. Presente anche Don Alex Pilati.
Campanari, Premio benemerito della Cultura
«Per essere oggi simbolo importante del territorio nel diffondere tradizione, cultura, storia».
Sono queste le motivazioni che hanno accompagnato la consegna del premio Benemerito della Cultura al Gruppo Campanari di Rosà. La cerimonia, sabato 13 aprile in sala consiliare, ha concluso la settimana della Lettura, è stata presenziata dall’assessore alla Cultura Chiara Grandotto e ha visto la partecipazione di tutto il gruppo di Rosà col Presidente Gino Comunello, e della Scuola campanaria di San Marco Vicenza, nata nel 1918 con lo scopo di salvaguardare il patrimonio campanario, che ha eseguito diversi brani dal vivo.
«Concludiamo questa settimana con il dovuto riconoscimento ai Campanari – ha commentato il sindaco Paolo Bordignon – Il campanile è simbolo importante del territorio. I campanari lo fanno vivere scandendo la vita quotidiana del paese».
Presente alla cerimonia anche Don Alex Pilati, che ha visto nascere la formazione di Rosà e ne è stato entusiasta promotore e sostenitore. Tutto è iniziato alla fine del 2016 pensando di celebrare il bicentenario della costruzione del campanile di Rosà che fu ultimato nel 1817 dopo tanti anni di costruzione.
«L’idea era quella di valorizzare questo importante strumento e la prima cosa che si è pensata è stata quella di fare un ripristino manuale del suono delle sei campane esistenti allora, di una certa consistenza, rifuse nel 1974 e nello stesso anno benedette. Nel dicembre 2016 fu ultimato il sistema a suono manuale e quello automatico per le volte in cui i campanari non possono essere presenti».
Dopo aver messo le corde e aver suonato manualmente la prima volta l’8 dicembre 2016, c’era bisogno che qualcuno del paese iniziasse a imparare a suonare le campane, così dal febbraio 2017 è stata istituita presso il campanile una scuola per campanari che si incontrava settimanalmente. Con l’andare del tempo le sole 6 campane esistenti, oltretutto per la loro mole non facile da gestire e suonare, furono arricchite dall’installazione di altre tre nuove campane: San Michele Arcangelo, San Giovanni Bosco e Sant'Antonio di Padova. Tutto ciò per far emergere ancora di più il festeggiamento del bicentenario con l’arricchimento del plesso campanario. Le tre nuove campane furono fuse a Innsbruk nella fonderia Grassmayr il 15 settembre 2017 e benedette dal vescovo Monsignor Pizziol domenica 3 dicembre 2017. Furono installate nella cella insieme alle altre sei per il Natale dello stesso anno quando per la prima volta suonò il concerto a 9 campane. Arricchiti da questi nuovi bronzi, anche la squadra campanaria di Rosà si è allargata a nuovi elementi, che oggi sono una ventina. E’ stata messa mano anche al campanile, ripulito e sistemato.
«Il suono elettrificato delle campane risulta a volte anonimo e freddo, mai uguale. Nulla a che vedere con l'intensità melodica e cristallina del suono a mano – ha concluso Don Alex – E’ un modo bello di far musica. L’organo si sente in chiesa, la Banda per le strade, le campane si sentono ovunque. Siamo orgogliosi di poterle suonare». Le campane di Rosà, concerto a nove voci, sono le più grandi dell’intera diocesi, seconde nel Veneto. Il gruppo Campanari di Rosà si riunisce ogni settimana per imparare il mestiere frequentando la scuola di campanari con l’aiuto di esperti di Padova e Vicenza. Un servizio importante e solenne, complesso e affascinante, che dà continuità alla storia e alla tradizione e che merita di essere preservato, diffuso e incoraggiato perché specchio forte dell’identità del paese.