Dopo la riqualificazione l'Ostello Olimpico riapre: in 3 settimane è già quasi sold out
Il progetto ha restituito alla città e all'utenza un edificio non soltanto a norma, ma con molto più appeal e funzionalità della vecchia struttura.
Sono bastate alcune settimane di presenza sulle principali piattaforme di prenotazione alberghiera e l'Ostello Olimpico, riaperto il 23 settembre dopo due anni di chiusura e la ristrutturazione curata dal nuovo gestore, ha fatto subito il pieno. E le prenotazioni procedono con un ritmo costante e positivo per l’autunno e l’inverno, con qualche richiesta di gruppi stranieri anche per la primavera 2023.
Dopo la riqualificazione l'Ostello Olimpico riapre
Il nuovo corso della struttura, trasformata in boutique ho(s)tel di stampo europeo nel cuore di Vicenza, è stato inaugurato dall'assessore al patrimonio Roberta Albiero e dal presidente della cooperativa Il Faggio, Elia Frignani, dopo la benedizione dell'edificio affidata a don Ivano Maddalena, delle parrocchie del centro storico.
"Voglio esprimere tutta la mia soddisfazione per la conclusione della ristrutturazione del nuovo ostello della gioventù di Vicenza - ha dichiarato l'assessore al patrimonio Roberta Albiero - che per anni non ha espresso il suo reale potenziale. Grazie a questo importante lavoro realizzato dal concessionario Il faggio - società cooperativa di Trento, oggi questo spazio viene adeguatamente valorizzato e trova finalmente nuova linfa e nuova attrattività per il turismo dei giovani e non solo. Una giusta attenzione ad una fascia di utenza che costituisce il futuro della nostra società che troppo ha sofferto l'isolamento durante il lockdown e che merita più attenzione da parte di tutti. Il nuovo corso di laurea in design che verrà ospitato a San Biagio e l'apertura dell'ostello completamente riqualificato sono due operazioni che questa amministrazione ha portato avanti con determinazione "dalla parte dei giovani". Giovani che stiamo facendo il possibile per supportare in questo momento storico non facile per tutti ed in particolare per loro".
“Il Faggio - ha aggiunto il presidente della cooperativa Elia Frignani - è estremamente felice di essere qui oggi. L’Ostello Olimpico di Vicenza, con professionalità e dedizione, è stato riqualificato e la struttura è arrivata agli standard di qualità che ci si era prefissati e che caratterizzano le nostre gestioni. Le presenze registrate durante i primi giorni di apertura, frutto di un lungo lavoro di programmazione e sviluppo di relazioni cominciato già durante lo scorso anno, ci confermano la bontà delle scelte fatte e l’attrattività del territorio in cui ci troviamo. Ringraziamo l’amministrazione comunale per la fattiva collaborazione prestata sin dall’inizio di questa avventura. Siamo già al lavoro con l’Ufficio politiche giovanili del Comune e col competente assessorato per calendarizzare nel breve periodo una giornata aperta a tutte le associazioni giovanili, all’Università e alle associazioni del territorio, che possa rappresentare il concreto avvio di una positiva collaborazione tra realtà del territorio in cui crediamo fermamente, come occasione di sviluppo reciproca, con ricadute positive per l’intera cittadinanza”.
La cooperativa Il Faggio di Trento, che già si occupa degli ostelli della gioventù di Rovereto e di Foligno, oltre che di un campus e residenze universitarie a Trento, si è aggiudicata la gestione della struttura di proprietà comunale per 7 anni (con eventuale rinnovo per altri 7 anni) e, in piena epoca pandemica, ha affrontato a sue spese un intervento di riqualificazione del valore complessivo di 400mila euro.
Il progetto ha restituito alla città e all'utenza un edificio non soltanto a norma, ma con molto più appeal e funzionalità della vecchia struttura, in sintonia con quanto richiesto dal mercato di riferimento degli ostelli della gioventù di stampo europeo.
Ora l'Ostello Olimpico può contare su 83 posti letto, suddivisi in due camere doppie, una tripla, due sestuple e sedici quadruple, e sulla completa ristrutturazione della hall al primo piano, della cucina e della sala ristorazione al piano terra e dei bagni ai piani primo e secondo. Ciascuna delle camere ora ha un bagno privato con doccia. Sono stati rifatti anche i bagni di due camere con servizi privati che sono state ampliate, nella logica di proporre ambienti più adatti ad ospitare le famiglie.
Sono state inoltre tinteggiate e igienizzate tutte le stanze e sostituite alcune porte.
La hall, principale biglietto da visita dell'intera struttura, ha cambiato radicalmente aspetto, con il recupero dell'intero spazio originario, oggi suddiviso in reception, ufficio del custode e piccolo salottino, trasformata in una grande area di accoglienza e check-in dei clienti. Tutti gli impianti sono stati adeguati.
Chiuso nel 2020 non solo per il Covid ma anche perché era scaduta la vecchia concessione, l'Ostello Olimpico aveva aperto per la prima volta i battenti il 31 ottobre 1998 e da allora è sempre stato un punto di riferimento molto apprezzato dal turismo giovanile internazionale per la location strategica in pieno centro storico, a due passi dai monumenti più prestigiosi di Vicenza.
L'edificio stesso è un piccolo gioiello degli anni '30, con scalinata, ampia hall e terrazze che si affacciano su piazza Matteotti e sul fiume Bacchiglione.
La sua storia si interseca con le vicende della città. La struttura venne infatti realizzata dall'amministrazione comunale nel 1933 come “Stabilimento Bagni e Docce” per sostituire un padiglione vecchio e malsano che sorgeva dal 1904 tra il Teatro Olimpico e il fiume Bacchiglione. All'epoca, fatta eccezione per i palazzi nobili e le case signorili della ricca borghesia, era necessario recarsi nell'allora moderna struttura di piazza Vittorio Emanuele II (oggi piazza Matteotti) per usufruire a pagamento di un vero bagno con acqua calda. Lo stabilimento, che soprattutto nei primi anni di vita fu una sorta di spa ante litteram, è rimasto in funzione per quasi mezzo secolo, ben oltre l'introduzione degli impianti sanitari nelle moderne abitazioni.
Nella seconda metà degli anni 90 l'amministrazione comunale diede il via alla ristrutturazione e trasformazione dell'edificio in ostello, conservandone tutte le soluzioni formali ispirate al funzionalismo e allo stile Novecento.