Non è un caso isolato

Si augurava atti di violenza contro Mattarella, indagato No vax vicentino

Si tratta di un sessantenne che utilizzava un canale Telegram (ora chiuso). Nel mirino anche le altre alte cariche dello Stato.

Si augurava atti di violenza contro Mattarella, indagato No vax vicentino
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Istigava a bloccare il traffico ferroviario, a lottare "con ogni mezzo", a prendere parte a manifestazioni non autorizzate, e minacciava le più alte cariche dello Stato.

Si augurava atti di violenza contro Mattarella, indagato No vax vicentino

Si augurava, per esempio, che il Presidente Mattarella finisse vittima di atti di violenza, così come il premier Draghi. E altri. Ma non è un caso isolato: oltre al sessantenne indagato, in provincia di Vicenza ci sono altri soggetti finiti nel mirino delle Forze dell'ordine.

Solo qualche settimana fa era stata una 52enne vicentina, madre di tre figli, dipendente in una catena di supermercati, con la fedina penale pulita, a ricevere la prima denuncia in Italia per il reato di istigazione a delinquere. Usava il canale Telegram "Basta dittatura!" per chiamare a raccolta gli utenti vicentini, per minacciare il Governo e anche i medici.

I canali Telegram

Dal mese di giugno sono 13 le persone denunciate dalla Questura, undici per aver partecipato a manifestazioni non autorizzate contro vaccini e Green pass (in buona parte insegnanti e sanitari). Per il sessantenne, stringendo via via il cerchio, è scattata la denuncia per istigazione a delinquere, minaccia e oltraggio a un corpo politico, amministrativo o giudiziario.

Il 30 settembre per lui è scattata la perquisizione: in casa non sono state trovate armi, ma sono stati acquisiti i dispositivi elettronici che verranno controllati. Il pensionato era già finito nei guai per il reato di diffamazione contro il virologo Roberto Burioni, in quanto creatore e gestore del gruppo Telegram "Il coraggio del dubbio". Gruppo in cui ci si auspicava, lo ricordiamo, "l'eliminazione fisica dei nemici".

Pesanti offese e minacce

La tecnica è un po' la stessa osservata, ormai, svariate volte: si mette alla gogna un personaggio, pubblico o anche della sfera privata (nel suo mirino anche la moglie e i figli, definiti "zombie, servetti obbedienti"), fino ad arrivare a pesanti minacce. Vaccinati, giornalisti, medici pro vax come il direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico di Genova, Matteo Bassetti, oppure come il premier Mario Draghi, o, come detto, il Presidente della Repubblica. "Sarei contento se gli sparassero in testa", ha detto nei confronti di Sergio Mattarella.

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