Le foto del laboratorio tessile cinese degli orrori, di fianco alle macchine dormitori senza luci e finestre
Nei giorni scorsi i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza hanno eseguito il sequestro preventivo d’urgenza di un laboratorio dedito alla preparazione di sacchetti in tela per il contenimento di prodotti calzaturieri e di pelletteria di alta gamma, in danno di Z.M. – 58enne originario della Repubblica Popolare cinese.
Il sequestro preventivo ha riguardato un’azienda gestita dal cittadino di nazionalità cinese ed operante nel Comune di Rosà (VI) e le apparecchiature ivi presenti ed è stato eseguito dalle fiamme gialle bassanesi, unitamente ai funzionari dell’Ispettorato del Lavoro di Vicenza, nel corso di un controllo fiscale e in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Le foto del laboratorio tessile cinese degli orrori
L’attività di polizia economico-finanziaria è stata avviata a seguito della valorizzazione degli elementi informativi tratti dalle metodologie operative fondate sull’analisi di rischio e all’esito dello sviluppo di apposita intelligence volta a contrastare il fenomeno c.d. “apri e chiudi”, utilizzato in particolar modo da amministratori di nazionalità cinese, rilevando che gli stessi, avvicendandosi anche nelle cariche aziendali, aprono aziende e poi le chiudono nel breve periodo, con la conseguente irreperibilità del titolare insolvente verso debiti tributari.
Nelle prime fasi dell’attività ispettiva, la quale è stata avviata con un accesso presso i locali aziendali, è stata rilevata la mancata ottemperanza alle norme sanitarie e di sicurezza sul lavoro, come previste dal D.Lgs. 81/2008 - “Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”.
In particolare, sono state rinvenute oltre 14 macchine da cucire ad uso professionale, di cui due, utilizzate per il confezionamento di sacchetti in tessuto, erano collegate alla rete elettrica e con i quadri elettrici aperti e con il pericolo costante di contatto tra il personale utilizzatore delle stesse e gli elementi in tensione.
Inoltre, è stato rilevato che l’ambiente principale del laboratorio, dove i dipendenti, tutti di nazionalità cinese e regolarmente assunti, sono stati trovati intenti a lavorare, era ingombro di una considerevole quantità di materiale semilavorato, consistente prevalentemente in sacchetti in materiale tessile, nonché scatoloni e cascame vario, non rilevando alcuna segnaletica e cartelli indicanti le vie di fuga in caso di emergenza.
Inoltre, il titolare della ditta individuale non era in possesso della certificazione di conformità CE delle macchine confezionatrici di sacchetti in tessuto e delle indicazioni degli interventi manutentivi periodici svolti, non disponeva della certificazione di conformità dell’impianto elettrico, non aveva nominato il medico competente, aveva omesso la sorveglianza sanitaria di tutto il personale, non aveva redatto il Documento di Valutazione dei Rischi, non aveva nominato il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, non aveva provveduto alla formazione, in materia di sicurezza, di tutto il personale, non aveva formato e nominato i lavoratori addetti alla gestione delle emergenze di primo soccorso, evacuazione e lotta antincendio, non aveva la disponibilità della cassetta di primo soccorso, non era in possesso della Certificazione di Prevenzione Incendi e delle adeguate misure di sicurezza adottate in caso di emergenza ed evacuazione dei locali produttivi e, in merito ai mezzi di estinzione incendio, aveva posto tutti i dispositivi in modo accatastato dietro a materiale di scarto (listelli di legno) e senza cartelli identificativi.
Di fianco alle macchine dormitori senza luci e finestre
Nel corso delle attività, si è proceduto ad individuare degli annessi locali dormitorio non idonei all’utilizzo, in quanto privi di luce ed aerazione naturale e l’uso di due macchine confezionatrici di sacchetti in tessuto, in relazione alle quali era pendente un ordine impartito dall’Autorità, per ragioni di igiene, salute e sicurezza.
Le preliminari attività ispettive eseguite hanno portato alla denuncia alla locale Procura della Repubblica di Z.M. – 58enne originario della Repubblica Popolare cinese per le violazioni al D.Lgs 81/2008. Lo stesso è stato denunciato anche per l’art. 650 c.p. poiché, nonostante all’atto del primo acceso ispettivo sia stato diffidato dall’uso di due macchine confezionatrici di sacchetti, in quanto prive di sicurezze per gli operatori, negli accessi ispettivi dei giorni successivi si è rilevato che lo stesso aveva proseguito ad utilizzarle nell’attività produttiva.
Gli operanti hanno proceduto perciò a porre in essere un sequestro preventivo d’iniziativa, ex art. 321, comma 3 bis c.p.p. dell’azienda, situata all’interno di una porzione di immobile facente parte di un più ampio mappale, sita la piano terra e della superficie di circa 478 mq, di nr. 12 macchine da cucire professionali e di nr. 2 macchine confezionatrici di sacchetti in tessuto con annesse altre nr. 2 macchine da cucire.
L’attività investigativa è stata valutata pienamente attendibile dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale che, condividendo la prospettazione accusatoria, ha emesso un decreto di convalida del citato sequestro preventivo operato dalle Fiamme Gialle e dai funzionari dell’Ispettorato del Lavoro di Vicenza.
L’operazione delle Fiamme Gialle vicentine testimonia l’impegno quotidiano del Corpo nella prevenzione alle forme di lavoro irregolare e a contrasto delle condotte delittuose in grado di minare, mediante il mancato sostenimento dei costi per la sicurezza sui luoghi di lavoro, la leale concorrenza tra gli operatori commerciali, in danno della salute dei lavoratori dipendenti e degli imprenditori che rispettano le regole sulla tutela dei luoghi di lavoro.