Imprese "apri e chiudi", indagati tre cittadini cinesi
Sequestrato preventivamente disponibilità finanziarie e macchinari per la lavorazione tessile per oltre 340mila euro.
Nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Vicenza, che ha disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente per l’importo di oltre 340 mila euro, pari all’imposta dovuta sulla base dell’omessa presentazione di dichiarazioni di ricavi per € 720.000 e dell’IVA non versata per € 153.000, in capo a tre ditte individuali gestite da soggetti di nazionalità cinese ed operanti nel settore della lavorazione di prodotti tessili per conto terzi.
Imprese "apri e chiudi", indagati tre cittadini cinesi
In particolare, le Fiamme Gialle della Tenenza di Thiene, valorizzando gli elementi informativi tratti dalla metodologia operativa fondata sull’analisi di rischio economico-finanziaria, hanno sviluppato un’apposita attività d’intelligence volta a contrastare il fenomeno c.d. “apri e chiudi”, utilizzato in particolar modo da amministratori di nazionalità cinese, rilevando che gli stessi, avvicendandosi anche nelle cariche aziendali, hanno aperto un’azienda e poi l’hanno chiusa nel breve periodo, con la conseguente irreperibilità del titolare.
Tale “modus-operandi” è stato ripetuto con ben tre ditte le quali, pur continuando ripetutamente ad utilizzare gli stessi attrezzi e macchinari e mantenendo il medesimo pacchetto clienti-fornitori, hanno omesso il versamento delle imposte dovute. Le attività ispettive eseguite hanno portato alla denuncia alla locale Procura della Repubblica dei tre titolari delle ditte individuali per la medesima condotta penal-tributaria relativa all’omessa dichiarazione dei redditi per gli anni dal 2013 al 2020, all’omesso versamento dell’Imposta sul Valore Aggiunto dovuta per gli anni dal 2013 al 2020, all’occultamento delle scritture contabili e alla sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, per un importo complessivo di oltre 340.000 euro.
La complessa attività investigativa è stata valutata pienamente attendibile dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale che, condividendo la prospettazione accusatoria, ha emesso un decreto di sequestro preventivo per equivalente per l’importo di € 340.000, pari alle imposte evase dalle citate imprese, provvedimento magistratuale che è stato eseguito sottoponendo a vincolo le risorse finanziarie e tutte le macchine da cucire utilizzate per l’esercizio dell’attività d’impresa che, così cautelate, non potranno più essere utilizzate nella girandola di aziende “apri e chiudi” al solo fine di frodare il fisco ed alterare la leale concorrenza nella manifattura tessile a danno degli artigiani di qualità ed operanti nella legalità.
L’operazione in questione, che si inquadra nella costante azione di contrasto alle frodi fiscali e di tutela del made in Italy nonché del locale artigianato, è stata sviluppata in modo trasversale facendo leva sulle peculiari funzioni di polizia economico-finanziaria del Corpo ed è stata condotta nella prospettiva di assicurare all’Erario e alla giustizia, attraverso il sequestro preventivo eseguito, l’apprensione a vantaggio della collettività dei beni suscettibili di confisca e porre un freno al fenomeno delle imprese c.d. “apri e chiudi”.