Cappelletti (M5S) sui Pfas: “Zaia non vuole dare risposte, intanto le bonifiche sono ferme”
Si torna a parlare del caso più grave di inquinamento in Europa, che coinvolge 300mila persone, che riguarda un’area grande come il lago di Garda.
Il Governatore non ha fornito risposte in merito alle domande presentate in uno degli ultimi punti stampa sulla tematica Pfas.
Le responsabilità
Il Movimento Cinque Stelle, attraverso una conferenza stampa, ha puntato nuovamente l'attenzione sul caso Miteni e sulla problematica dei Pfas. A causa della pandemia, tutte le azioni di controllo e bonifica si sono formate ma ora il Movimento Cinque Stelle ritorna a muovere le accuse verso la Regione, asserendo che la stessa non ha fatto nulla per riuscire a fermare la situazione drammatica dell'inquinamento e dell'alterazione delle falde da parte dell’azienda Miteni, ora sotto processo. A causa della presenza di Pfas nell'acqua sono almeno 300mila i cittadini colpiti e quattro province venete interessate: Vicenza, Verona, Venezia e Padova.
Il prodotto chimico autorizzato nel 2013
Durante la conferenza stampa, il consigliere regionale Manuel Brusco ha dichiarato:
“La maggior parte del nostro impegno in consiglio come Movimento 5 Stelle si è dedicato alle lotte per la difesa dell'ambiente e della salute. Parlando di Pfas, in questi 130 giorni Zaia non è mai entrato nel profondo della questione e ci sono delle responsabilità politiche che sono del passato di chi c'era prima del Governatore Luca Zaia ma anche questa amministrazione regionale ci ha messo la sua parte. Dal nostro punto di vista ci sono delle responsabilità politiche. Due mesi fa abbiamo organizzato una conferenza stampa in cui chiedevamo alla giunta regionale dei chiarimenti: avere informazioni sul perché solo nel 2018 la Regione Veneto è andata a ricercare il composto chimico sintetizzato autorizzato nella Regione nel 2013 e solo dopo la segnalazione del Ministero delle infrastrutture dell'Olanda si è andato a cercare il composto in falda”.
Nel mirino GenX e C604
Brusco ha poi proseguito:
“Il Governatore Zaia in merito alla tematica Pfas non ha risposto a noi ma nemmeno a tutti i cittadini del Veneto che vogliono una risposta. Perché la Regione Veneto ha autorizzato lo sversamento e trattamento di nuovi composti sintetizzati dal 2014 e li ricerca poi nel 2018 quando il Ministero olandese ti dice che ci sono? Perché non ha protocollato nessun atto presso le sedi competenti rispetto al GenX e C604, quelli che si possono definire Pfas moderni, composti chimici sintetizzati? Nessuno ha aperto bocca su queste autorizzazioni che ricadono sotto le indicazioni del Governatore Zaia. Esistono le carte d'identità per identificare i composti chimici ma finora non si è parlato di GenX da parte di Zaia, composto autorizzato dalla Regione Veneto”.
Un'area coinvolta grande come il lago di Garda
Enrico Cappelletti, candidato governatore del Movimento Cinque Stelle ha fatto una considerazione:
“Zaia ha dimostrato che sui Pfas non vuole rispondere. Stiamo parlando del caso più grave di inquinamento in Europa, che coinvolge 300mila persone, che riguarda un’area grande come il lago di Garda. Per ora le bonifiche sono ferme a casua della pandemia. Sulla questione Pfas le domande non sono tante: a che punto è la messa in sicurezza dello stabilimento? Ci sono progetti di bonifica? Perché la Regione ha autorizzato la sintesi della molecola GenX mentre erano già in atto denunce pubbliche, interrogazioni parlamentari ed esposti in Procura? Perché non è stato applicato il Piano regionale di Tutela delle Acque, che dal 2017 prevede, nell'articolo 11 comma 9, la rimozione degli impianti potenzialmente inquinanti in vicinanza di una fonte acquifera? C'è una responsabilità politica enorme su queste omissioni di atti, su questo disastro ambientale, sulla responsabilità della Regione se inquinamento è arrivato a questa portata drammatica che ci troviamo ora ad affrontare”.