Ten Year Journey: Al termine di una decade se ne apre un'altra... danzante
In scena venerdì 20 dicembre alle ore 18 al CSC Garage Nardini in forma di prova aperta.
Ultimo appuntamento del 2019 con le residenze artistiche e gli sharing al CSC Centro per la Scena Contemporanea, con sede al Garage Nardini di Via Torino, che in questi giorni ospita la Dance Well teacher, danzatrice e coreografa Giovanna Garzotto, insieme ai danzatori Beatrice Bresolin e Andrea Rampazzo e al videomaker Matteo Maffesanti, con cui ha dato il via a un progetto lungo una decade intitolato Ten Year Journey. I risultati del periodo di indagine coreografica bassanese saranno presentati in uno sharing venerdì 20 dicembre alle 18, presso il CSC Garage Nardini, ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.
Ten Year Journey: Al termine di una decade se ne apre un'altra... danzante
Una riflessione sullo scorrere del tempo e sul cambiamento, questo è il motore originario di Ten Year Journey, che – anziché riflettere in modo teorico e limitare la ricerca ai comuni tempi di produzione – si pone come obiettivo quello di fare esperienza diretta di una decade, per registrarne gli effetti su interpreti, comunità e luoghi.
Dieci anni sono tanti o pochi? Che durata hanno quando siamo adolescenti rispetto a quando siamo trentenni o sessantenni? Cosa accade, nel tempo, ai luoghi e alle persone che li abitano? Come incorporiamo la memoria dello scorrere degli anni in diverse stagioni della nostra vita? Da queste domande prende il via il progetto, nato da un’idea di Giovanna Garzotto, che parte per questo viaggio nel tempo con gli artisti Beatrice Bresolin, Matteo Maffesanti e Andrea Rampazzo.
Quella bassanese è la seconda residenza artistica: prima tappa di Ten Year Journey è stata infatti l’Isola d’Elba, dove gli artisti hanno potuto incontrare la comunità che vive l’isola dopo la partenza dei turisti, raccogliere testimonianze sui cambiamenti che l’hanno interessata negli ultimi anni, e studiare da vicino gli interventi culturali promossi dalle associazioni locali. L’obiettivo è quello di tessere relazioni con la comunità in modo da avere un impatto non solo sulla vita culturale, ma anche da tornare ogni anno a registrare i segni del tempo su luoghi e volti che diventano via via più famigliari.
Il focus della residenza bassanese sarà invece sul movimento: come tradurre in danza la percezione che si ha, in decadi diverse della vita, di un lasso di tempo di dieci anni? Il suo significato e il valore che gli viene attribuito? La ricerca si concentra per ora su tre azioni semplici, quotidiane, eppure legate indissolubilmente all’idea di cambiamento, passaggio e osservazione: camminare, saltare e stare nello spazio. Queste tre azioni consentono di indagare come persone di età diverse rispondano alla proposta artistica del progetto, e come in anni successivi le stesse persone rielaborino la risposta, come la percepiscano, come percepiscano sé stesse e i luoghi in cui la praticano, andando a costruire una memoria, un archivio documentale e fisico.
Nello spirito del progetto, in programma quindi uno sharing inedito, non solo per l’orario, ma anche per svolgimento, che unirà momenti di condivisione a momenti di interazione con la comunità locale.