Donazzan inaugura l'anno dell'istituto veneto dei beni culturali nella nuova sede di Casa Minich

“La vostra è una scelta entusiasmante e faticosa che vi apre ad una professione senza tempo”.

Donazzan inaugura l'anno dell'istituto veneto dei beni culturali nella nuova sede di Casa Minich
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L’assessore regionale Elena Donazzan ha inaugurato l’avvio dell’anno accademico e la nuova sede in Campo Santo Stefano dell’Istituto Veneto per i Beni Culturali, associazione senza fini di lucro che dal 1995 si occupa di ricerca e di formazione, a livello sia nazionale sia internazionale, nel settore della salvaguardia dei beni ambientali, storici, artistici.

Donazzan inaugura l'anno dell'istituto veneto dei beni culturali nella nuova sede di Casa Minich

L’Istituto, accreditato e finanziato dalla Regione Veneto, organizza a Venezia corsi triennali per tecnici del restauro, figura professionale che prevede competenze specifiche nella conservazione dei materiali lapidei, degli stucchi, delle pitture murali, dei dipinti su tela e tavola. Da quest’anno l’Istituto (diretto dall’architetto Renzo Ravagnan) è ospite di Casa Minich, edificio retrostante palazzo Loredan, di proprietà dell’Istituto veneto di Scienze Lettere e Arti.

Oltre alle lezioni teoriche e alle attività di laboratorio, l’Istituto  realizza veri e propri cantieri didattici per la manutenzione di beni pubblici, quali cappelle, affreschi, quadri, statue, mosaici, tutti manufatti del patrimonio culturale appartenente alla collettività.

Per l’anno accademico 2020 il cantiere didattico sarà allestito all’interno della chiesa di San Rocco per il restauro dell’affresco della cupola. Le parti preliminari di rilievo e mappatura degli intonaci, che potrebbero rivelare il segno degli affreschi del Pordenone – ha rivelato Franco Posocco, ‘guardian grando’ della Scuola di San Rocco -  saranno realizzate dagli allievi dell’Istituto veneto in collaborazione con l’Università Iuav di Venezia.

Nei prossimi mesi l’Istituto veneto avvierà un cantiere didattico di restauro anche a Villa Pisani di Stra, dove gli allievi si prenderanno cura della conservazione dei gruppi scultorei del parco e degli arredi lignei di Villa Nazionale.

"Da circa un ventennio la Regione del Veneto – ha ricordato l’assessore Donazzan - finanzia interventi formativi nel settore del restauro dei beni culturali".

Ogni anno la Regione investe 2,5 milioni di euro, attraverso il Fondo Sociale Europeo, per formare tecnici del restauro di beni culturali, figura disciplinata a livello nazionale. Sono una settantina i giovani che ogni anno conseguono in Veneto la qualifica professionale, dopo un lungo ed impegnativo percorso triennale post diploma.

“La vostra è una scelta entusiasmante e faticosa che vi apre ad una professione senza tempo – ha detto l’assessore, rivolgendosi agli allievi nel primo giorno di attività didattica - dedicata a conservare i tesori di bellezza e di arte di cui è ricca non solo Venezia, ma l’intera penisola. La Regione Veneto ha investito molto su questi percorsi didattici, e continuerà a farlo, forte anche del plauso della Commissione Europea in merito all’impiego delle risorse Fse. Mi auguro che questa professione e i cantieri di restauro siano una priorità anche per l’intero paese”.

Oltre che nella sede veneziana dell’Istituto veneto per i beni culturali in Campo Santo Stefano, i corsi per tecnici del restauro sono attivi, in Veneto, anche all’Università Internazionale dell’Arte di Venezia (Villa Heriot alla Giudecca), nella sede Enaip di Piazzola sul Brenta (Padova), all’Engim Veneto di Vicenza, all’Irigem di Rosà (Vicenza), e nell’Istituto San Zeno di Sant’Ambrogio di Valpolicella (Verona). I giovani impegnati nei corsi sono quest’anno 216, per l’80% donne.

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