“Il cappuccio d’osso della luna”, ritratto di una famiglia che non è
Sabato 16 e domenica 17 novembre al Ridotto del Teatro Politeama, l’opera di Cristina Cirilli, per la regia di Maurizio Panici.
“Il cappuccio d’osso della luna”, ritratto di una famiglia che non è
Nell’ambito della stagione teatrale della Città di Marostica, sabato 16 e domenica 17 novembre alle ore 21 al Ridotto del Teatro Politeama è in programma lo spettacolo “Il cappuccio d’osso della luna”, dramma familiare scritto da Cristina Cirilli, per la regia di Maurizio Panici e gli attori di Teatris, ovvero Fabrizio Bernar, Francesca Scomparin, Laura Primon, Marta Tissi.
“La luna, spettatrice nel suo cappuccio d’osso, non ha motivo di essere triste. È abituata a queste cose”: da questi strazianti versi della scrittrice statunitense Sylvia Plath nasce la nuova produzione di Argot/Teatris, che racconta di Alberto, un architetto di sessantacinque anni in pensione. Le figlie, Anita la maggiore e Adelia la minore, vivono in un’altra casa rispetto a quella di residenza del padre. L’uomo, un po’ per il suo lavoro, un po’ per il carattere, chiuso e anaffettivo, non è riuscito a costruire un rapporto solido con loro. Alberto è rimasto vedovo da qualche mese. Anita non se la sente di lasciarlo in balia di se stesso e lo ospita in casa sua. Adelia invece, che considera il padre responsabile della morte di sua madre, se ne va a vivere con la zia Vittoria, sorella di Alberto. La convivenza tra Alberto e Anita procede tra silenzi, discorsi abbozzati e tentativi di incontro. Vittoria e Adelia invece sono complici, vittime delle stesse mancanze. Lo scorrere del tempo è scandito dai ricordi, finché i quattro non si ritrovano insieme intorno allo stesso tavolo.
Spiega il regista Maurizio Panici:
«Una sfocatura, la sensazione di non stare a posto con le parole che si dicono, un senso di manchevolezza di fronte ad un ritratto di famiglia che così famiglia non è. Tutto il testo è percorso da un senso di sospensione del tempo e di inadeguatezza nelle relazioni. Un puzzle di emozioni e sentimenti che ha bisogno pazientemente di essere ricostruito. Geometrie relazionali imperfette, un tema che resta incompiuto e l’impossibilità di ogni singolo personaggio di sapersi relazionare al resto del quadro. Allo spettatore il compito di chiudere questo ritratto con una complicità emotiva che permetta ai protagonisti di pacificarsi e ricreare così un ideale luogo di convivenza».
La stagione teatrale della Città di Marostica è firmata da ATS Teatro di Comunità, l’associazione composta da Teatris, Argot Produzioni e La Piccionaia, che in questi ultimi due anni ha animato con successo il Ridotto del Teatro Politeama. Le attività dell’associazione sono realizzate con il sostegno della Città di Marostica e con il contributo di Fondazione Banca Popolare di Marostica Volksbank.
Il prossimo spettacolo, in programma il 7 dicembre, è “Figli del Big Bang” di e con Valentina Dal Mas, della Compagnia Abbondanza/Bertoni e La Piccionaia.