Economia: una dettagliata radiografia del territorio bassanese

Attività attive e inattive: la panoramica a Bassano.

Economia: una dettagliata radiografia del territorio bassanese
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Economia: una dettagliata radiografia del territorio bassanese

Cosa dice la radiografia del tessuto bassanese eseguita nel giorno di San Silvestro del 2018? Che le fabbriche del metallo e quelle di abbigliamento  tengono ancora e cercano di cavalcare l’ondata di crisi che dura ormai da qualche anno.

Mentre è scomparso quel «piccolo mondo antico» della ceramica che facevano di Bassano e Nove la patria di questi oggetti ornamentali conosciuti in tutto il mondo. Una statistica che, nelle sue pieghe, racconta di quella che fu una fiorente industria del tabacco, oggi censita e ricordata forse  solo per amore dei tempi andati come si può evincere da quell’elenco che parla di una sola attività in funzione ma con zero addetti. Una città dove secondo l’ultimo censimento il tasso di occupazione era pari al 48,9% e quello della disoccupazione pari al 7,6%, dove la sanità e l’assistenza sociale può contare su 794 addetti e dove in comune lavorano 263 persone. Con il quadrante degli stranieri che ferma le lancette sul 25,2%.

Attività attive e inattive: la panoramica a Bassano

Economia e lavoro: al 31 dicembre del 2018, Bassano poteva contare su 5958 unità locali registrate presso la Camera di Commercio. Di queste ne erano attive 5108. Cosa significa questo dato discordante? Che ben 850 unità locali, che corrisponde a circa un 15%, erano inattive. Le cause? Vanno da ricercarsi tra le società in liquidazione ma non ancora con un bilancio di chiusura depositato o con partite Iva inattive. Un dato che, comunque, deve far riflettere. Spulciando tra le varie attività nel settore delle attività economiche il maggiore numero di imprese registrate riguardano quelle del «commercio all’ingrosso ed al dettaglio di riparazione di autoveicoli e motocicli». Che risultano essere ben 1722: un numero molto elevato rispetto alla popolazione ed ai mezzi usati da questa. Di queste le attive risultano essere 1586 che, globalmente, assorbono una manodopera pari a 3747 unità. Mediamente siamo in presenza quindi  di piccole realtà a conduzione familiare visto che il rapporto è di due persone per ogni unità. E nelle realtà più importanti difficile comunque che si varchi la soglia dei quindici addetti. Alle spalle il settore delle attività manifatturiere dall’alto delle sue 683 unità registrate di cui 589 sono quelle attive. Un comparto che risulta al primo posto come numero di addetti che risultano essere pari a 4314 e che significa un’ occupazione media di sette addetti per ogni unità. Ma quali sono, all’interno di questi dati, le attività manifatturiere maggiori? Scendendo nel tunnel dei numeri al primo posto troviamo quelle 90 attività registrate (81 le attive) nel settore della fabbricazione di prodotti in metallo con i suoi 462 addetti mentre al secondo posto si possono trovare tutte le altre attività manifatturiere classificate in C 32 (altre industrie) che sono 84 (72 quelle attive) e che occupano 384 addetti. Da annotare peraltro comunque al primo posto, come numero di dipendenti, vi sia il comparto delle «confezioni di articoli di abbigliamento, di pelle e pellicce». Sono in tutto 60 aziende (52 le attive), che hanno un organico di 509 addetti. L’ultimo posto come occupati? Spetta alle aziende di estrazione di minerali da cave e miniere.

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