Carburante illegale: fenomeno che si espande senza freno
A dare le ultime novità sulla questione è Antonio Perin, Vice Coordinatore Regionale e Consigliere Nazionale per l'Associazione Assopetroli e Assoenergia.
Carburante illegale: fenomeno che si espande senza freno
«Svuotare il mare con una conchiglia», si poteva leggere in alcuni passi di Sant’Agostino, che sicuramente cercava di spiegare altri misteri, ben più mistici. Qui, parlando di carburante illegale, sembra davvero difficile svuotare il territorio da questo fiume d’oro nero, capirne il mistero e la «magia» che lo fa entrare indisturbato nel nostro tessuto nazionale, mettendo in difficoltà lavoratori del settore e dando nutrimento al malaffare. A darci le ultime novità sulla questione è Antonio Perin, Vice Coordinatore Regionale e Consigliere Nazionale per l'Associazione Assopetroli e Assoenergia.
Carburanti illegali. Novità d'azione per arginare questa piaga?
«Al momento la situazione è ferma. La caduta del vecchio governo ha di fatto interrotto i canali istituzionali tramite i quali vengono intrattenute le relazioni istituzionali necessarie per spingere ad introdurre le modifiche regolatorie necessarie ad arginare il fenomeno. Sono iniziati i primi contatti con i rappresentanti del nuovo governo, ma purtroppo bisogna ripartire quasi da zero per far capire la portata del problema».
Assopetroli come percepisce questo problema? Che soluzioni ha proposto o intende proporre?
«Assopetroli è stata la prima Associazione a denunciare il fenomeno e da sempre si batte a tutti i livelli istituzionali per fare in modo che il fenomeno cessi. La percezione è di un pericolo concreto per la sopravvivenza delle aziende associate e del mercato in generale, oggi più di ieri, la percezione è che più si andrà avanti e più “il mercato” percepirà come normale usare il carburante illegale e metterà fuori mercato i pochi rimasti ad usare il prodotto “legale”. Le proposte che da sempre portiamo avanti riguardano la cosiddetta “Reverse Charge” nelle operazioni tra aziende, cioè, in soldoni, la non applicazione dell’IVA alla fatturazione tra aziende in modo da togliere la parte di “guadagno illegale” a queste aziende che ricordiamo guadagnano non versando l’IVA che dovrebbero versare allo stato e quindi evadendo in toto l’IVA. Altra proposta, è quella di eliminare le lettere di intento, che consentono alle aziende di non pagare l’IVA in virtù di un credito per operazioni di esportazione. In questo caso, l’evasione è generata tramite l’emissione di false dichiarazioni che attestano un credito IVA inesistente e che, anche in questo caso, generano l’evasione dell’imposta su cui questo mercato illegale si regge e guadagna».
Il Governo, come intende agire?
«Al momento i provvedimenti introdotti (fatturazione elettronica, responsabilità solidale sull’IVA di chi acquista i prodotti in evasione) non hanno prodotto i risultati sperati e questo anche perché purtroppo i provvedimenti prodotti in questo paese lasciano sempre un margine di interpretazione che questa gente (criminalità organizzata) sa sfruttare perfettamente a suo vantaggio».
Di cosa si è discusso a Roma? Novità?
«Come anticipato, al momento siamo in attesa di riscontri dal nuovo governo, Assopetroli raccoglie operatori di tutti i settori del mondo dei carburanti e dell’energia più in generale. La riunione ha riguardato vari aspetti specifici del settore “stazioni di servizio”: dalla transizione energetica, alle novità che interesseranno a breve il settore con la digitalizzazione di buona parte delle incombenze burocratiche che lo riguardano, ai costi delle transazioni bancarie, e ovviamente l’illegalità che purtroppo da oltre quattro anni è “l’argomento principe” di tutte le assemblee e riunioni».
Che percezione ha dopo il suo soggiorno romano? Sensazioni positive e speranzose? C'è un miglioramento nel tessuto nazionale?
«In realtà, pur rimanendo sempre fiducioso, anche a fronte del grande lavoro che stanno facendo gli uomini della guardia di finanza (settimana scorsa a Pistoia è stata smantellata un’organizzazione di oltre 30 persone per un’evasione fiscale di oltre 30 milioni di euro), la percezione è che il fenomeno si sta velocemente espandendo a macchia d’olio e riguarda ormai l’intera penisola. La sensazione è che se non si fa presto qualcosa, a breve molti di noi si troveranno, come già detto a scegliere se cedere o cambiare lavoro».