Dal 21 al 25 agosto a Bassano del Grappa è Bmotion Danza
25 diversi titoli, numerose prime nazionali e tre progetti speciali pensati per la città e le comunità locali. Off stage, da non perdere, incontri e conferenze, progetti internazionali e una Summer School per danzatori di ogni livello.
Dal 21 al 25 agosto a Bassano del Grappa è Bmotion Danza
B.Motion, la sezione più contemporanea di Operaestate Festival, ospita ogni anno i linguaggi del contemporaneo più innovativi, artisti emergenti provenienti da ogni parte del mondo, chiamati a interpretare, con le loro creazioni, il tema del festival 2019: civiltà e partecipazione.
Il programma di BMotion danza, curato da Roberto Casarotto, responsabile dei Progetti di Danza e Internazionali di Operaestate Festival, si concentra a Bassano dal 21 al 25 agosto, e porta in città artisti e operatori da ogni parte del mondo per cinque intensi giorni di performance, classi e incontri, rendendo sempre più concreto e visibile il lavoro di networking che prosegue tutto l’anno.
Tre sono i progetti speciali commissionati dal festival ad alcuni degli artisti invitati: l’italiano Daniele Ninarello sarà quest’anno l’autore della creazione per i Dance Well dancers, la comunità di danzatori nata nelle sale del Museo Civico di Bassano attraverso la pratica Dance Well – movimento e ricerca per Parkinson. In My Heart Goes Boom (dal 21 al 25/8, h.18), Ninarello mira a costruire una danza liberatoria, un manifesto che riflette sulla libertà come condizione che si raggiunge insieme agli altri. I Dance Well dancers saranno coinvolti anche nella nuova versione di Ballroom di Chiara Frigo, performance ispirata all’atmosfera delle sale da ballo e al film Le Bal di Ettore Scola (25/8, 22.30).
Il secondo progetto speciale, le Dances (21 e 22/8, 24 e 25/8, h.15), coinvolge cinque artisti differenti: Chen Wei Lee da Taiwan, Vakulya Zoltàn dall’Ungheria, Chisato Ohno e Carolyn Bolton dal Regno Unito e Jeremy Nedd dalla Svizzera; ciascuno di loro creerà un assolo diverso per diversi luoghi della città, di solito nascoste ai più o chiuse al pubblico.
Terzo e nuovissimo progetto del 2019 è il Museum of Human E-Motions (dal 22 al 25/8): cinque artisti da tre Paesi differenti (Clara Furey e Mélanie Demers dal Canada, Margrét Bjarnadottir dall’Islanda, James Batchelor e S.J.Norman dall’Australia) sono invitati a creare un lavoro ispirato ad una specifica emozione umana e a un oggetto tradizionale del loro paese. I lavori saranno poi presentati per due ore consecutive all’interno della Torre delle Grazie, monumento di epoca medievale, proprio come in un museo; alla fine del percorso, l’artista Sara Lando inviterà i visitatori, attraverso pratiche artistiche, a individuare le emozioni umane rappresentate. Il Museum torna poi il 6 settembre, con nuovi artisti, per una seconda giornata dedicata a nuove emozioni umane: Masako Matsushita (Italia), Teita Iwabuchi (Giappone), Sorour Darabi (Francia) e Ming-Hwa Yeh (Taiwan) porteranno poi questo museo anche a Parigi, Tokyo e Kaoshiung (Taiwan).
Il programma di B.Motion è ricco di prime nazionali e internazionali, grazie anche a speciali focus dedicati a specifiche aree del mondo (della danza). Il primo focus è dedicato alla scena asiatica: la compagnia coreana Elephants Laugh presenta Bodies in the dark, che invita in pubblico in uno speciale blind date (21 e 22/8). L’Indonesiano Rianto – parte della selezione Aerowaves – presenta, in Medium, una danza tradizionale appresa dai maestri dell’isola di Giava, una danza che sta lentamente scomparendo a causa delle pressioni religiose e politiche (21/8, h.19 e 22.30). La giapponese Kaori Seki investiga l’idea dell’assurdo e del divertimento in Wo Co (21/8, h.21).
Dall’Australia, Lilian Steiner presenta il solo Siren Dance, dove indaga il labile confine tra realtà e menzogna (dal 21 al 24/8, h.14), mentre Atlanta Eke in The Tennis Piece trasforma un macchinario usato dagli istruttori di tennis in una macchina del tempo (25/8, h.19).
Da Israele, Tamar Lamm e David Kern raccontano, in Because we love you, un progetto nato a Parigi 20 anni fa, all’epoca del loro primo incontro (22/8, h.21); mentre Yossi Berg e Oded Graf presentano la loro versione de La sagra della primavera con la musica di Igor Stravinsky (23/8, h.21). Nome ormai immancabile al festival, la coreografa Yasmeen Godder collabora qui con la musicista Tomer Damsky in Demonstrate Restaint, un lavoro sui temi dell’occupazione, la protesta e il corpo femminile (24/8, h.19 e 22.30).
Sempre dal network Aerowaves, come Rianto, anche il lavoro di Ginevra Panzetti ed Enrico Ticconi Harleking (22/8, h.19 e 22.30), ispirato dall’Arlecchino della Commedia dell’Arte, unito qui all’immagine di un mostro grottesco.
Non mancano gli artisti italiani: da Animale di Francesca Foscarini (23/8, h.19 e 22.30), una creazione per il danzatore Romain Guion nata dai dipinti di Ligabue, alle Graces di Silvia Gribaudi (24/8, h.21), che insieme a tre danzatori ricrea la magia delle celebri sculture canoviane. Il Leone d’Oro 2019 Alessandro Sciarroni presenterà Save the last dance for me, un tentativo artistico di salvataggio di un particolare ballo di coppia: la polka chinata (dal 21 al 25/8); mentre Carlotta Sagna crea uno straordinario assolo sulle punte per il danzatore cinquantenne Amancio Gonzales intitolato Blue Prince Black Sheep (23/8, h.19.15 e 22.45). Altra collaborazione, Tabea Martin con Simona Bertozzi in This is my last dance creano un lavoro ispirato a Finale di partita di Samuel Beckett (25/8, h.21).
Infine, in programma, dal nord Europa, una creazione in cui danza e filosofia si incontrano: si tratta di Schismogenesis, di Tony Tran con Antero Hein, un duo dalle tinte oscure ispirato agli studi di Gregory Baterson (23 e 24/8).
B.motion include anche la Summer School per danzatori di differenti età e livelli: da Mini B:Motion, per danzatori dagli 8 ai 13 anni, parte anche del progetto Offspring che il network Aerowaves dedica ai giovani spettatori, alle BClass con i coreografi in cartellone, alla settimana di drammaturgia per coreografi, fino al Dance Well Teaching Course, per professionisti della danza che vogliano diventare insegnanti Dance Well, pratica cui la ricercatrice della Roehampton University, Sara Houston, ha dedicato buona parte della sua ultima pubblicazione, che presenterà a Bassano.
Durante la settimana in programma anche meeting di ricerca, laboratori, incontri e approfondimenti legati ai diversi progetti europei ed internazionali in corso o in fase di sviluppo, che portano a Bassano non solo danzatori e operatori, ma anche cittadini, artisti e giornalisti, che trovano a Bassano uno spazio di collaborazione e supporto alla scena contemporanea emergente.