La danza anima le maestose sale di Villa Da Porto
orna, il 30 luglio alle 20.30, il tradizionale appuntamento con Dance in Villa, l’evento a cura di Operaestate che porta la danza in uno dei luoghi più suggestivi di Montorso: Villa da Porto, dimora del celebre autore, che ospita un denso programma firmato da coreografi del territorio.
La danza anima le maestose sale di Villa Da Porto
Appuntamento martedì 30 luglio alle 20.30, con il ritorno della serata che porta la danza nella dimora di Luigi da Porto a Montorso: Dance in Villa. L’edizione 2019 vedrà susseguirsi, negli spazi della monumentale Villa, la nuova versione di Ballroom di Chiara Frigo per Dance Well, la coreografia di Masako Matsushita sulle danze folk, e il tradizionale progetto che unisce danza, multimedialità e cittadinanza curato da Silvia Gribaudi e Matteo Maffesanti. Ma anche una nuova creazione di Siro Guglielmi e PerCorPi di Beatrice Bresolin e Ilaria Marcolin. Un evento inserito nel ricco cartellone di Operaestate Festival Veneto, realizzato in collaborazione con il Comune di Montorso e le aziende partner.
Un tempo dimora dei linguaggi della letteratura, oggi palcoscenico dei linguaggi della danza contemporanea, Villa da Porto ospita anche quest’anno l’appuntamento con Dance in Villa.
In programma The Shame di Silvia Gribaudi e Matteo Maffesanti, che, insieme ad alcuni cittadini e ad alcuni performer di Elevator Bunker, indagano il tema della vergogna come emozione individuale e collettiva. La performance è il frutto di un percorso di ricerca che prende spunto dall’ultimo lavoro di regia dei due artisti per Matera Capitale Europea della Cultura 2019 e #reteteatro4, in cui hanno avuto l’opportunità di lavorare con la comunità di Satriano di Lucania in Basilicata e con attori professionisti, approfondendo il concetto di Vergogna nella sua potenza emotiva e comunitaria.
Chiara Frigo, invece, riedita per i danzatori Dance Well il suo Ballroom: ispirato al film Ballando Ballando di Scola, la performance riproduce in spazi alternativi la sala da ballo, vista come contenitore della memoria: amori, passioni e ricordi prendono vita attraverso la danza. Ballroom è un’esperienza collettiva in cui persone appartenenti a diverse generazioni e contesti sociali si riuniscono per vivere un momento danzante: gli spettatori compiono un viaggio nella loro memoria grazie all'empatia che si crea con gli interpreti; così, un luogo visto tante altre volte all'improvviso si carica di magia e diventa una sala da ballo, rievocando nell'immaginario collettivo una tradizione ormai perduta, che si tinge qui di contemporaneità.
Archivio di memorie è anche la danza folk, secondo la coreografa Masako Matsushita, che, partendo da alcune domande sul significato, la sparizione e la nascita delle danze tradizionali, in Folk Manifold mira a creare una nuova danza folk, espressione di una comunità mondiale. Un lavoro che nasce dal desiderio di esplorare la danza come rappresentazione di memorie e archivi di identità, di cui il corpo sia il massimo mezzo di espressione, capace di annullare le divisioni, esaltando le differenze come una ricchezza e connettendole insieme in una danza rivolta al popolo del mondo.
In PerCorPi di Beatrice Bresolin e Ilaria Marcolin protagoniste le giovani danzatrici del progetto LIFT, chiamate ad allearsi e attuare una piccola rivoluzione: prendersi spazi di libertà in un contesto pubblico, spesso fatto di usi e consuetudini artificiosi.
Infine, STEPS di Siro Guglielmi è un dialogo tra corpo e architettura, attraverso un linguaggio che sperimenta il virtuosismo della danza, tra classico e contemporaneo. Una performance in cui il disegno del corpo si trasforma tra la plasticità dell’interprete e le geometrie dello spazio urbano e scenico.
Una serata per riscoprire un luogo magico, attraverso i linguaggi della danza, veicolo di storie, memorie e visioni del futuro.