Il paradosso

Veneto zona gialla (per l'Italia), ma secondo l'Ue è da "cartellino rosso"

L'Ecdc ha aggiornato oggi la sua mappa classificando il Veneto come rosso (fino a ieri "rosso scuro"). Zaia furioso: "Uno scandalo, ci tuteleremo".

Veneto zona gialla (per l'Italia), ma secondo l'Ue è da "cartellino rosso"
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Il Veneto verso la zona gialla con un calo dei contagi e l'Rt ben al di sotto dell'1, ma per l'Unione europea dovrebbe stare in zona rossa. Zaia: "Errore di fondo nei parametri".

AGGIORNAMENTO: Sulla spinosa questione il Governatore Zaia è tornato proprio ieri sera, giovedì 28 gennaio 2021, con un post sui social molto duro. Eccone il contenuto:

"L’Europa ha diffuso la mappa del rischio Covid che pone il Veneto e altre Regioni italiane in zona “rosso scuro”, sulla base del criterio dei positivi su 100.000 residenti. Salvo poi correggersi ponendoci comunque in “rosso”.

"Insistono, pur avendo visto i nostri chiarimenti, pur avendo noi ampiamente documentato trattarsi dell’utilizzo di un parametro non omogeneo e quindi inattendibile. E’ il paradosso della virtuosità perché viene colpito chi fa più tamponi e quindi trova più casi. A questa Ecdc vorrei chiedere come mai in Europa non c’è ancora una modalità unica per fare e conteggiare i campionamenti al fine di rilevare la reale diffusione del virus. Questo è vergognoso".

"Da questi organismi europei puoi aspettarti questo e altro. Acquisiremo tutti i documenti e andremo fino in fondo per capire su che basi si fonda questa classificazione per eventualmente tutelarci! Con questa improvvida iniziativa questi signori non hanno certo ottenuto il risultato di contrastare il Covid, ma quello di ammazzare un’economia come quella del Veneto, Regione più turistica d’Italia, nella quale vengono da tutto il mondo il 66% dei 70 milioni di turisti.
Solo questo costituisce un danno gravissimo per il quale andremo a vedere le carte per eventualmente tutelarci".

Veneto zona gialla (per l'Italia), ma secondo l'Ue è da "cartellino rosso"

Veneto zona gialla

Strega comanda color? Giallo! No anzi, meglio "rosso scuro". No anzi, facciamo solo rosso: un salto cromatico che, se non ci fossero di mezzo il futuro di tante imprese, attività, nonché importanti implicazioni negli spostamenti al di fuori della regione, farebbe davvero sorridere. Invece c'è ben poco da ridere qui.

Da un lato i parametri italiani, secondo i quali da domenica prossima, 31 gennaio 2021, il Veneto potrebbe diventare appunto zona gialla, con restrizioni più lievi e un po' di ossigeno per imprenditori e commercianti che sperano di riaprire. Del resto basterà aspettare venerdì 29 gennaio 2021, quando ci sarà il tradizionale monitoraggio dell’Iss e la relativa ordinanza del ministero della Salute di Roberto Speranza.

Cortocircuito cromatico

Dall'altro invece, con un vero e proprio cortocircuito cromatico, i parametri europei dell'Ecdc, che nella sua classificazione - che subito i governatori delle regioni interessate (tra cui appunto il presidente del Veneto, Luca Zaia), hanno definito "penalizzante per chi fa più tamponi" - aveva inizialmente collocato invece il Veneto addirittura nella fascia "rosso scuro", la più critica in assoluto, per poi correggere il tiro oggi, giovedì, e posizionarla "soltanto" in zona rossa. Comunque tra le peggiori in compagnia dell'Emilia-Romagna. "Rosso scure" resterebbero invece Friuli Venezia Giulia e la provincia di Bolzano.

I colori dell'Unione europea per il Covid sono cinque: verde, arancione, rosso e grigio (quest'ultimo indica assenza di sufficienti dati), a cui si è aggiunto il rosso scuro. La mappa si basa sulla proposta presentata dalla Commissione europea martedì scorso. Il "rosso scuro", per dire, sta ad indicare le aree in cui il virus circola a livelli molto elevati, con il tasso di notifica dei casi superiore a 500 ogni 100mila persone.

La (prima) reazione di Zaia

Pur con questa attenuazione, da "rosso scuro" a rosso, resta la forte contrarietà - già espressa chiaramente nei giorni scorsi - della Regione, che vive il paradosso di essere in netto calo di contagi da oltre 20 giorni (oggi sono stati segnalati +572 casi di positività), con un Rt sceso ormai intorno allo 0,62, ma di essere inserita dall'Ue "dietro la lavagna". Non a caso l'altro giorno, non appena era emersa la contraddizione, Zaia si era fatto decisamente sentire:

Immagino che l’Ecdc parta dalla considerazione che i dati italiani siano uniformi. Questo è un errore di fondo che porta a dati fuorvianti. Bisogna ribadire per l’ennesima volta che il numero di positivi a settimana su centomila abitanti dipende dalle positività che si trovano facendo tamponi. Basta applicare la proprietà transitiva, ma anche stavolta non è stato fatto, secondo la quale chi fa tanti tamponi trova tanti positivi, chi ne fa meno, ne trova meno. In Veneto arriviamo a farne 60-65 mila al giorno, in altre regioni se ne fanno magari un decimo. E’ quindi ovvio che non si possono mettere a confronto regioni che fanno tanti tamponi e altre che non ne fanno”.

E ancora:

“Noi – incalza Zaia – abbiamo sempre avuto una percentuale di positivi sui tamponi eseguiti giornalmente non superiore all’8%, e in questi ultimi 20 giorni tale percentuale si è attestata tra il 2% e il 4%”.

“Quindi – conclude il Governatore – tutti, a ogni livello, devono parlare sulla base di dati omogenei, perché altrimenti, come in questo caso, scaturiscono dati fuorvianti, che non c’entrano assolutamente niente con la realtà”.

Le rilevazioni del Veneto, peraltro, parlano chiaro in questo senso, con 201 casi su 100.000 su base settimanale.

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