L'Ue dice no

Cosa s'è capito del Veneto che voleva acquistare da solo i vaccini Covid

L'Unione europea: "Acquistare vaccini fuori dagli accordi non sarebbe sicuro. Troppi i tentativi di frode che si stanno segnalando a tutti i livelli".

Cosa s'è capito del Veneto che voleva acquistare da solo i vaccini Covid
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I vaccini mancano. Questo è un dato di fatto. E il governatore del Veneto Luca Zaia non ha mai negato di voler provvedere in modo più efficiente all'approvvigionamento delle dosi: ne è nato un "affaire" dai contorni ancora non ben definiti... culminato nei giorni scorsi con lo stop da parte dell'Unione europea ad iniziative solitarie. E con l'ingresso in scena dei Carabinieri.

La corsa ai vaccini e lo stop dell'Unione europea

E' il tema più "caldo" del momento: la corsa ai vaccini. Se ne parla ormai da settimane, da mesi, da quando rispetto alle dosi annunciate dai colossi che hanno realizzato e commercializzato in tempi record i sieri, si sono ridotte drasticamente. Ed è emersa tutta la vicenda dei contratti, degli approvvigionamenti vincolati, dell'impossibilità in altre parole, di far fronte alle necessità di dosi fuori dai canali istituiti. Fino a un certo punto.

La via Veneta per i vaccini

E' stato infatti proprio il Veneto a dare un segnale di rottura rispetto a questa dinamica che era sembrata, fino a qualche settimana fa, un vero e proprio tabù. Nessuno prima del governatore Zaia, tra le istituzioni, aveva sollevato la possibilità di guardare oltre le forniture promesse, cercando sul mercato altre dosi di vaccino. Lo aveva fatto in occasione di uno dei consueti bollettini quotidiani istituiti ormai dallo scorso febbraio per descrivere e analizzare l'emergenza sanitaria in atto.

Il Veneto corre da solo

Secondo quanto riferito da Zaia e dal direttore generale della sanità regionale Luciano Flor, che si sta occupando della vicenda, un fornitore di mascherine avrebbe fatto sapere alla Regione di poter fornire vaccini.

Si parlava di circa 27 milioni di dosi. In quel momento la Regione si è mossa come da protocolli: è stata segnalata la possibilità di avere forniture di vaccino, e sono partite delle verifiche relative ai lotti dei prodotti, per avanzare l'autorizzazione all'acquisto e all'importazione ad Aifa e alla struttura commissariale del Governo.

Il mistero delle dosi di vaccino

La vicenda però ha assunto a quel punto contorni sfumati. Tanto da non essere nemmeno in grado di stabilire con assoluta certezza se quei 27 milioni di vaccini, poi, esistano davvero.

Sì, perché uno dei due intermediari per la cessione dei vaccini al Veneto, sembra sparito nel nulla. L'altro, invece, non ha fornito il numero di lotto della partita, dicendo di non essere più in grado di farlo, se non a fronte di un'autorizzazione ministeriale.

Scende in campo il Nucleo antisofisticazione dei Carabinieri

Nei giorni scorsi alla faccenda si sono interessati anche i Carabinieri del Nucleo antisofisticazione di Treviso, per tentare di far luce su dinamiche considerate, evidentemente, poco chiare.

Secondo quanto spiegato, sono una ventina le strutture che avrebbero avuto un dialogo con il Veneto. Otto avrebbero ricevuto una lettera in cui si chiedeva la disponibilità di vaccino, per ottenere informazioni ben precise. Si è domandato quante dosi sarebbero disponibili, il tipo di siero, i tempi di fornitura e i costi.

Un lungo iter seguendo i protocolli

Flor ha dunque scritto ad Aifa il 3 febbraio. Il 16, invece, il commissario straordinario Domenico Arcuri ha chiesto al Veneto di domandare il numero di lotto ai mediatori. Ma a quel punto l'iter ha incassato uno stop: degli otto interlocutori solo due avrebbero continuato il dialogo. Uno, poi, non ha mai risposto alla richiesta di fornire i numeri dei lotti. Un'altra società, invece, avrebbe spiegato che procederà con l'invio delle informazioni solo quando ci sarà l'autorizzazione ministeriale necessaria.

Ma dall'Unione europea arrivano gli alt

La questione dell'acquisto di vaccini fuori dall'Unione europea, ovviamente non è sfuggita alle massime cariche istituzionali Ue.

E l'invito rivolto a tutti, Veneto compreso, è stato quello di non correre da solo.

Il motivo? Sembra, infatti, che i tentativi di frodi, in queste settimane, da quando i vaccini sono in produzione, si siano moltiplicati. Sarebbe quindi impossibile stabilire se i prodotti abbiano o meno conservato le caratteristiche che li rendono efficaci.

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