Stop discriminazioni

Regione Veneto integra lo stipendio delle donne per raggiungere la parità salariale

Nella regione c’è ancora una disparità tra disoccupazione femminile pari al 7,5%, oltre due punti percentuali in più rispetto a quella maschile.

Regione Veneto integra lo stipendio delle donne per raggiungere la parità salariale
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Il consiglio regionale ha approvato la proposta di legge per favorire pari trattamento economico fra uomini e donne e sostenere l’occupazione femminile.

Legge sulla parità di retribuzioni uomo-donna

“Dal Veneto è partito un segnale dì civiltà e di attenzione per evitare anche la più minima forma di discriminazione. La parità tra uomo e donna non deve essere materia di discussione ma di atti concreti, e questo lo è”.

Con queste parole, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, esprime la sua soddisfazione per l’approvazione, avvenuta all’unanimità in Consiglio regionale, della legge per favorire pari trattamento economico fra uomini e donne e sostenere l’occupazione femminile.

“Anche recentemente – dice Zaia – sono salite alla ribalta della vita sociale, culturale, economica e sanitaria del Veneto molte grandi donne. Mi auguro davvero che, anche grazie a questo intervento legislativo, questo fenomeno virtuoso possa ampliarsi, senza dimenticare le occasioni che vanno create, per essere colte, nella vita normale, di una persona normale. Ritengo – conclude Zaia – che il registro per le imprese virtuose, che aiutano e sostengono il lavoro delle donne e la loro carriere, alle quali vengono riservati dei contributi, sia uno strumento utile e significativo, anche per sostenere la crescita del pianeta donna nelle imprese”

Indice di povertà drammatico

“Ho visto con favore questo provvedimento di legge perché, di fatto, ricomprende dal punto di vista normativo e, quindi, con una visione di armonizzazione, le tante iniziative che in questi anni, come sottolineato anche in aula, sono state promosse dalla Regione”.

Così Elena Donazzan, Assessore regionale all’istruzione, formazione e lavoro con delega alle pari opportunità commenta l’approvazione da parte del consiglio regionale della proposta di legge “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra donne e uomini e il sostegno all’occupazione femminile stabile e di qualità” relatrice la Consigliera Vanessa Camani e correlatrice la collega Silvia Cestaro.

“In particolare, lo dico parlando da assessore al lavoro con delega alle pari opportunità di lungo corso – prosegue Donazzan -, abbiamo proposto molte azioni particolarmente mirate ed efficaci. Questo sia, da un lato, considerando il punto di vista dell’analisi dei problemi, in stretta collaborazione con la Consigliera di Parità Sandra Miotto, che ha portato anche il punto di vista delle donne imprenditrici protagoniste del successo economico del Veneto, sia, dall’altra, andando ad analizzare le problematiche che una donna lavoratrice porta su di sé. Anche se tutto questo ancora non basta”.

In Veneto c’è ancora una disparità tra disoccupazione femminile pari al 7,5%, oltre due punti percentuali in più rispetto a quella maschile.

I dati del contesto economico di quest’anno, condizionati dalla pandemia, hanno portato il Veneto a toccare un indice di povertà della popolazione ad un drammatico 11% - indica l’Assessore regionale al lavoro -. Nella nostra regione c’è ancora una disparità tra disoccupazione femminile pari al 7,5%, oltre due punti percentuali in più rispetto a quella maschile, così come è ancora basso il livello di occupazione delle donne se paragonato a quello degli uomini. Le nostre iniziative, in particolare con la prossima, imminente programmazione comunitaria hanno dato il segno della sensibilità della giunta regionale del Veneto – sottolinea Elena Doanzzan -. Abbiamo definito un aumento significativo delle risorse da destinare all’effettiva parità di genere, che saranno 40 milioni di euro, triplicando in senso assoluto quelle destinate nella precedente programmazione. Ma il grande, vero, drammatico problema è quello della maternità e della denatalità. C’è bisogno di una legge specifica in Italia, paese fanalino di coda, che non ha mai definito politiche per la famiglia, intese nell’aiuto alla maternità e alla vita, che vede naturalmente la donna al centro di queste dinamiche e scelte. Credo che questa sia la vera, grande emergenza alla quale non possiamo più sottrarci”.

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