Indignazione

Donazzan canta “Faccetta nera” alla radio e scatena la polemica: “Dimissioni immediate”

Richiesto anche l'intervento della magistratura per il reato di "apologia del fascismo".

Donazzan canta “Faccetta nera” alla radio e scatena la polemica: “Dimissioni immediate”
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L’intervento dell’assessore del Veneto con delega all’istruzione, Elena Donazzan, non è passato inosservato. Era in diretta alla radio quando ha intonato le prime strofe di “Faccetta nera” ed è impazzata la polemica.

La provocazione

Durante il programma radiofonico “La Zanzara”, i conduttori David Parenzo e Giuseppe Cruciani hanno lanciato una provocazione all’assessore regionale Elena Donazzan chiedendole di scegliere tra "Faccetta nera" e "Bella ciao". L’assessore senza troppi indugi ha scelto l'inno fascista innescando poi la polemica. Il movimento civico “Il Veneto che vogliamo” ha manifestato la propria indignazione:

E’ accaduta l’ennesima vicenda inaccettabile per i veneti. Elena Donazzan, assessore all’istruzione nella regione Veneto, durante la puntata del programma televisivo ‘La zanzara’ ha cantato in diretta la canzone fascista e razzista ‘Faccetta nera’. Quando il conduttore Cruciani le ha chiesto di scegliere tra ‘Bella Ciao’ e ‘Faccetta nera’ l’assessore non ci ha pensato due volte. Ha scelto una canzone che rappresenta la tirannide e il totalitarismo, invece di scegliere la canzone che rappresenta la liberazione dal giogo del nazifascismo. Poi ha difeso la scelta dello zio Costantino, militare fascista, e il conduttore Parenzo le ha ricordato che, anche per colpa dello zio, la sua famiglia ebrea è dovuta fuggire in Svizzera. Questo clima di intollerabile revisionismo, che ha ormai sdoganato il fascismo manifesto di una figura istituzionale è il simbolo di una regressione culturale e civile”.

Difendere i valori della democrazia

Carlo Cunegato, portavoce de “Il Veneto che vogliamo” ha inoltre ribadito:

I veneti non meritano di essere rappresentati in questo modo. Chi dovrebbe occuparsi dell’educazione dei nostri giovani ha il dovere di difendere i valori della democrazia, la ricchezza delle differenze, il pluralismo, invece di ammiccare con nostalgia a un regime che ha abolito la democrazia e i partiti, i sindacati e che ha approvato le leggi razziali. Che tipo di scuola ha in mente Donazzan, sempre che fra una canzonetta fascista e l’altra possa avere spazio per occuparsi di scuola, forse ha in mente quella del ventennio quando gli insegnanti che non erano fascisti venivano licenziati?”

E poi ha avanzato la richiesta di dimissioni:

“Non siamo più in quei tempi e alla scuola serve ben altro che lo sguardo retrogrado e fascista di Donazzan. La regia di chi dovrebbe orientare le scelte educative e pedagogiche dei nostri ragazzi non può più essere nelle mani di chi non solo ha dubbi o tentennamenti nel condannare il regime fascista, ma lo rievoca con nostalgia. Chiediamo quindi le dimissioni immediate dell’assessore all’istruzione e intervento della magistratura per il reato di apologia del fascismo”.

“Ora mi vogliono ‘appesa’”

L’assessore Donazzan, sui social, ha deciso di replicare a due commenti di altrettanti utenti che affermavano: “Qualcuno abbiamo dimenticato di appenderlo”, “Ma così sei troppo democratico”. Donazzan ha ribadito:

Eccoli i benpensanti della sinistra italiana: ora mi vogliono ‘appesa’, anzi peggio. Da un profilo falso, ovviamente: mica hanno il coraggio di farlo con il loro, col rischio di dover rispondere delle loro azioni. Ed ora? Qualcuno - magari qualche Consigliere regionale d’opposizione che in queste ore sta chiedendo le mie dimissioni - solidarizzerà per quanto accaduto, o diranno solamente che me la sono cercata? Siamo alle solite: in Italia il politicamente corretto, l’accettabile, viaggia in un’unica direzione…”.

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