Giro di vite

Da mercoledì partono le lettere per i sanitari no vax: a casa senza stipendio fino a capodanno

Avranno solo cinque giorni di tempo per rimettersi in carreggiata.

Da mercoledì partono le lettere per i sanitari no vax: a casa senza stipendio fino a capodanno
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La macchina è in moto. Il dado è tratto. Qualsiasi formula si voglia usare, insomma, il senso non cambia: cominciano a partire le prime lettere di sospensione per gli operatori sanitari no-vax, così come imposto dal Decreto legge del primo aprile. Da mercoledì, dunque, parte il conto alla rovescia.

Da mercoledì partono le lettere per i sanitari no vax

Per quanto riguarda, per esempio, l'Ulss 1 Dolomiti, il tempo è davvero scaduto: dal primo agosto chi non è immunizzato o non avrà presentato validi motivi per esserne esente, sarà sospeso. E la sua decisione avrà una ricaduta pesante in termini di efficienza del sistema sanitario, già in difficoltà. Si parla, in quel territorio, di 21 camici bianchi, 16 tra medici di base e pediatri, 216 tra infermieri, operatori socio sanitari e tecnici di laboratorio.

E con questi numeri, garantiscono dalla dirigenza della Ulss, sarà complesso garantire continuità nei servizi erogati, una volta che i dipendenti pubblici saranno sospesi. Perché mancherebbero soggetti in grado di sostituirli.

Proprio su questo aspetto i no-vax stanno facendo pressione, mantenendo inalterata la propria posizione in merito al vaccino. La mancanza di personale sanitario, di cui il sistema nazionale già soffriva prima della pandemia, ha numeri impressionanti: in Veneto ne servirebbero 1300 (di specialisti), per combattere l'emergenza sanitaria, nonostante di assunzioni ce ne siano state nei mesi scorsi. Ma si tratterebbe di neolaureati non ancora specializzati.

Un ricatto bello e buono, insomma, che però ha le ore contate. Perché la legge è chiara e l'iter pure. E la sospensione è dietro l'angolo. All'appello mancano pure più di 1000 infermieri: decisamente troppi per pensare di procedere con le sospensioni, per così dire, a "cuor leggero", senza dover affrontare in termini molto concreti le difficoltà di erogazioni di servizi.

A casa senza stipendio fino a capodanno

Alla Ulss Veneto Orientale dopo gli annunci nei giorni scorsi, per il momento gli 80 no vax non sono ancora stati sospesi, mentre nella Marca Trevigiana i solleciti partiranno settimana prossima. Sintomo, questo, che effettivamente c'è preoccupazione per la continuità assistenziale.

Venezia, però sta pensando a un'alternativa: la Serenissima, maglia nera per il numero di sanitari non in regola, ha talmente tanti medici e infermieri no vax da non poter sospenderli tutti. I vertici, dunque, stanno valutando tutte le possibilità per mantenerli in attività in corsia, magari sottoponendoli a tamponi ogni 48 ore. Qui si parla di 540 dipendenti non vaccinati: da aprile non hanno nemmeno accolto gli inviti (ripetuti) ad aderire alla campagna. L'ultima lettera di diffida è stata inviata, con annesso un invito in uno degli hub vaccinali. Ma se non ci sarà ancora risposta si dovrà correre ai ripari.

Grande apprensione anche nel territorio della Ulss Euganea che conta ben 4428 sanitari no vax. Numeri impressionanti che, evidentemente, non possono andare a braccetto con la misura della sospensione senza provocare una paralisi del sistema sanitario. I dirigenti non hanno dubbi, anche nel caso del centinaio di dipendenti della Ulss Polesana: verrà valutato caso per caso per escludere chi effettivamente è esonerato per validi motivi dal vaccino. Poi si dovrà rispettare l'obbligo di legge.

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